Malta: lettera pastorale di mons. Grech sul ruolo della famiglia
Rafforzare il ruolo della famiglia nella società. È quanto chiede mons. Mario Grech,
vescovo di Gozo, nella lettera pastorale dedicata alla famiglia e diffusa ieri per
presentare l’Incontro mondiale delle famiglie che si terrà a fine mese a Milano. Nella
lettera dal titolo “Strengthening the family”, il vescovo tocca molte questioni di
attualità tra cui la recente introduzione del divorzio nella legislazione di Malta
(decretata un anno fa per referendum). Proprio a questo proposito il presule scrive:
“A Malta, in questi ultimi anni, si sono lentamente ma inesorabilmente seminati dubbi
su quello che rappresenta la famiglia, la sua missione e il suo ruolo nella società.
La verità circa la natura e l‘identità della famiglia è divenuta superflua. Molto
è stato detto e fatto in modo efficace per indebolire la famiglia come cellula fondamentale
della società. L‘introduzione del divorzio nella legislazione sul matrimonio a Malta
è il caso più eclatante. Ma non è l‘unico”. Ciò che preoccupa il presule è la diffusione
di una “mentalità individualista” in cui “i ‘diritti’ dell‘individuo hanno messo in
ombra i ‘diritti’ della famiglia. In un contesto simile, è indispensabile che la famiglia
riacquisti il suo status di istituzione”. Da qui l’appello del vescovo affiché le
famiglie si uniscano in associazione. Nella lettera vengono elencate anche le questioni
che richiedono un intervento: “Prima di tutto - scrive mons. Grech - è essenziale
avere una chiara e non ambigua definizione della famiglia. Per famiglia noi intendiamo
una società naturale di persone costruita su una relazione tra uomo e donna, fondata
sull’indissolubile vincolo coniugale”. “Ciò significa - prosegue il vescovo - che
la ‘famiglia’ non può mai essere usata per indicare un mero riconoscimento giuridico
delle persone che vivono sotto lo stesso tetto o di accordi analoghi. Dal momento
che la famiglia è l‘unità primaria e indispensabile della società, ne consegue che
alla famiglia debba essere debitamente accordato uno status privilegiato da parte
dello Stato. Nessun altro tipo di relazione tra le persone - insiste il vescovo -
deve essere identificato con la famiglia”. Nella lettera il presule parla anche della
famiglia come “il santuario in cui è concepita la vita umana e matura”. Da qui “il
rispetto assoluto nei confronti della vita umana dal suo inizio al suo termine naturale”
e un no deciso all’aborto e all’eutanasia. La lettera si conclude con un appello alle
famiglie perché non rimangano nell’“ombra” ed intervengano “nella sfera pubblica come
protagonisti per fare sentire la propria voce e difendere la famiglia. È indispensabile
che la famiglia sia riconosciuta come soggetto e interlocutore in modo che, in un
continuo dialogo con lo Stato, contribuisca al consolidamento del bene comune”. (R.P.)