Giornalismo, "facciamo silenzio, proviamo a pensare"
"Penso che
ognuno di noi, anche nel turbinio del lavoro giornalistico, possa e debba ritagliarsi
degli spazi di silenzio. Ne va del futuro della comunicazione mass-mediatica stessa".
Lo afferma Michele Zanzucchi, direttore del quindicinale CittàNuova, all'indomani
della Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali, dedicata quest'anno al
tema "Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione". "Il silenzio dà vita alla
comunicazione e ha una valenza non solo nel rapporto interpersonale ma anche nel nostro
rapporto con il mondo mass-mediatico" spiega Zanzucchi che ha appena pubblicato per
Città Nuova Editrice il volume "Il silenzio e la parola.
La luce. Ascolto, comunicazione e mass media". "I mezzi di comunicazione hanno
dimenticato completamente la fecondità del binomio 'parola-silenzio' nella loro attività,
e se non parlano sono convinti di non esistere. Eppure dovrebbero riscoprirlo se non
vogliono rischiare di ridursi in cacofonia o babele". "Il cristianesimo ha un Dio
trinità che è in sé comunicazione" conclude Zanzucchi. "Se in qualche modo possiamo
dire che il Padre è il silenzio, il Figlio la parola e lo Spirito la luce, proprio
da queste relazioni intertrinitarie viene fuori il vero modello della comunicazione
che è silenzio e parola allo stesso tempo". (intervista a cura di Fabio Colagrande)