Brindisi: fermato un uomo per l'attentato di sabato. Grande folla ai funerali di Melissa.
Le parole di mons. Talucci
E’ ancora in questura e sotto interrogatorio l’uomo sospettato dell’attentato a Brindisi
di sabato scorso, davanti all’istituto Morvillo Falcone, dove ha perso la vita la
giovane Melissa Bassi. Poco prima era stato interrogato un ex militare rilasciato
subito dopo. Dalla procura fanno sapere che si tratta di controlli di routine.Il servizio
di Francesca Sabatinelli
E nel
pomeriggio la piazza di Mesagne è stata invasa da una folla mesta che ha partecipato
ai funerali di Melissa, alla presenza del premier Monti e delle più alte cariche dello
Stato. Nell’omelia l’arcivescovo di Brindisi, Rocco Talucci, ha rivolto agli assassini
l’appello a convertirsi e a costituirsi. Melissa ha aggiunto è la ''vittima innocente''
di un ''attentato compiuto con la consapevolezza di uccidere''. Talucci si è poi
rivolto a tutti i giovani a cui ha chiesto di non maledire alcuno e di avere fiducia
perché “il mondo cattivo può essere sconfitto”. Poi, la preghiera per le ragazze ferite,
le cui condizioni sono stazionarie. Ma ascoltiamo proprio l’arcivescovo di Brindisi
Ostuni, mons. Rocco Talucci.Paolo Ondarza lo ha intervistato:
R. - Penso che
possiamo dire soltanto parole di fede in un momento in cui i giovani sono tanto sconcertati
da non voler nemmeno sentire parole né delle istituzioni né della politica. Ieri sera,
ci siamo preparati al funerale di oggi con una veglia volontaria, preparata dalla
pastorale giovanile e non meno di 500 giovani erano in piazza.
D. - La risposta
dei giovani di Mesagne alla violenza è stata, ieri, una veglia di preghiera: è un
gesto, questo, che fa molto riflettere…
R. - Fa riflettere anche noi educatori,
perché se i giovani vengono lasciati sono o in preda alla paura o alla rabbia…
D.
- Ieri mattina, alla Messa a Mesagne era presente anche il padre di Melissa: la comunità
ecclesiale è vicina alla famiglia, la sostiene nel dolore?
R. - Molto vicina,
ma devo dire, come sempre, con molta discrezione. I sacerdoti di Mesagne - anche tutti
i feriti sono di Mesagne - sono molto vicini sia con visite in ospedale, sia con visite
alle famiglie. Il parroco è vicino al papà di Melissa, il cappellano ospedaliero è
vicino alla mamma, perché è stata ricoverata per un malore ed è ancora in ospedale
e fino a ieri era in stato di incoscienza. Il cappellano le fa giungere tutta la vicinanza
dei giovani e degli amici della figlia. Sono presenze di amore, presenze silenziose
che necessariamente non fanno cronaca, né devono farla… In definitiva chi è vicino
ora con amore alla famiglia, lo farà in continuità anche dopo.
D. - Intanto,
proseguono le indagini per quello che è stato definito ieri dal Papa “un vile attentato”,
“un brutale atto di violenza”…
R. - Sono forti le parole del Papa, di paternità
e di giustizia insieme. Forti nel senso della speranza, ma forti anche nel senso della
giustizia proprio perché definisce questo attentato “brutale”. Per quanto riguarda
le indagini, si sta parlando di balordi che si saranno organizzati e quindi, se questa
lettura venisse confermata, potremmo dirci liberi da omicidi di mafia o di terrorismo.
Comunque, l’effetto non cambia perché non si è trattato di un raptus, ma è stato un
atto scientificamente e tecnicamente preparato, voluto e telecomandato. C’è anche
da dire che, se verrà acclarata la responsabilità di balordi o di fanatici, scoprire
che siamo liberi dal peso della mafia sarà un motivo di grande consolazione, pur rimanendo
il dolore per un male che si compie.