Amministrative: nelle urne vince l'astensione. A Parma sindaco il candidato di Grillo
Chiuso il secondo turno delle amministrative che ha riguardato 118 comuni, 19 dei
quali capoluogo di provincia. Forte l’aumento dell’astensione e il vantaggio del centro
sinistra ovunque, tranne che a Parma, dove vincono i grillini. Debacle per il PDL
e la Lega. Entusiasmo nei commenti del Pd,mentre il Pdl con Alfano afferma:"il centrodestra
nel Paese resta maggioritario". Il servizio di Giampiero Guadagni
Vince la protesta.
La disaffezione dei cittadini nei confronti della politica è dunque confermata: al
secondo turno ha votato il 51,4 degli aventi diritto con un calo del 14% rispetto
a due settimane fa, quando il dato era già in forte calo rispetto a cinque anni prima.Le
sfide più attese erano a Palermo, Genova e Parma. Secondo le previsioni nel capoluogo
siciliano si afferma nettamente Orlando dell’Italia dei valori, su Ferrandelli, Pd.
Il nuovo sindaco di Genova è il candidato del centrosinistra Doria che vittorioso
su quello del Terzo Polo Musso. La sorpresa arriva da Parma, dove il candidato del
Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, Federico Pizzarotti batte il candidato del centrosinistra
Vincenzo Bernazzoli, forse anche per il decisivo sostegno del Pdl. Pdl che esce sconfitto
da questo passaggio elettorale. Così come la Lega, che ha perso tutti e sette i ballottaggi
in cui era presente. Soddisfazione nel Pd, mentre l’Udc conferma la fine del Terzo
Polo e insiste sulla necessità di un nuovo Centro senza alleanze precostituite. Ma
in vista delle politiche del prossimo anno, la sensazione è che tutti gli schieramenti
siano tutti da ricostruire
L’affermazione del Movimento 5 stelle a Parma, i
buoni risultati del centrosinistra, la sconfitta della Lega nei 7 comuni in cui era
in corsa, ma soprattutto l’alto astensionismo sono gli aspetti più evidenti del voto
odierno.”La disaffezione è grave e rischia di durare fino alle legislative” commenta
Carlo Galli, docente di Storia delle dottrine politiche all’università di Bologna
. L’intervista è di Gabriella Ceraso
R. – Se non
cambia la condotta dei partiti, se i partiti non iniziano a fare politica – ad elaborare,
cioè, idee ed analisi della società, come anche sensate e non velleitarie risposte
ai problemi della società – ce la porteremo fino alle politiche e produrrà gravissimi
problemi.
D. – Rigenerare la politica "nel segno della sobrietà e della capacità
di visione". Oggi il presidente dei vescovi italiani cardinale Bagnasco ha chiesto
proprio questo, per non far perdere agli italiani la speranza nella politica. Cosa
ne pensa?
R. – Sono assolutamente d’accordo, anche nella scelta dei termini.
Gli italiani non hanno più speranza, e questo é terribile perché la disperazione è
una pessima consigliera in ogni ambito dell’esistenza e particolarmente in politica.
D.
– Ritiene che i fatti concomitanti di questi giorni abbiano, in qualche modo, influito
sulla paura e sull’astensionismo?
R. – Terrei abbastanza slegate le vicende.
Quell’attentato non ha una precisa finalità politica, ma è stato certamente percepito
come un’ulteriore dimostrazione di insicurezza e del fatto che l’Italia è un Paese
nel quale può capitare di tutto. Ora, ciò non è necessariamente vero e, tuttavia,
ho l’impressione che questa sia la percezione che i cittadini hanno, maggioritariamente
oggi.
D. – Come leggere la vittoria dei grillini a Parma, è solo un voto di
protesta o c’è una proposta positiva?
R. – Credo che il voto sia essenzialmente
di protesta: contro la destra dalla quale proviene, per la maggior parte quel voto,
e naturalmente anche contro la sinistra, forse aprioristicamente di protesta contro
la sinistra. Tuttavia, il Movimento 5 Stelle è una realtà complessa, perché al suo
interno, oltre che qualunquisti, populisti, persone deluse ed arrabbiate, vi sono
anche persone ed energie fresche, probabilmente ingenue ma non spregevoli, che hanno
veramente voglia di fare politica. Probabilmente credono che la politica sia un po’
più facile rispetto a quello che essa non sia veramente. E’ dunque una realtà che
ha bisogno di essere decifrata. Di certo il primo impatto è quello di devastante novità,
ed è un segnale di assoluto rilievo. Parma premia, al 60 per cento, una persona sostanzialmente
sconosciuta, del tutto estranea al mondo dei partiti ed alla casta come anche al ceto
politico, e questo è un segnale che, di per sé, non è allarmante se non fosse che
sarà necessario che questa nuova forza politica impari prestissimo a fare politica.
D.
– A parte Parma, il centro-sinistra con il Pd, si affermano in tutto il resto del
Paese mentre la Lega perde. Il Pdl dice che bisogna avere una nuova prospettiva, altrimenti
si diventerà ininfluenti. Lei come legge, da qui alle politiche, i movimenti che dovranno
mettere in atto i grossi partiti italiani?
R. – Bisogna stare attenti, perché
il Pd ha vinto, ma ha vinto all’interno di un cumulo di macerie e di rovine, e rispetto
a se stesso ha perduto voti nelle precedenti amministrative. Non dimentichiamo che
i suoi candidati, quasi ovunque, sono candidati che non erano quelli ufficiali del
partito, tranne poche eccezioni, e questo è abbastanza significativo. Il Pdl e la
Lega sono totalmente allo sbando: rivelano ora il loro carattere assolutamente effimero,
legato a contingenze straordinarie. Berlusconi e Bossi, sostanzialmente, sono usciti
di scena entrambi per diversi motivi ed ora i loro partiti, di fatto, non esistono.
Esiste quella che viene definita un’OPA ostile di Casini sulla destra. Vedremo se
avrà successo. Vorrei sottolineare che il fatto che un’intera ala dello schieramento
politico italiano, a destra, sia sostanzialmente allo sbando, non fa per nulla bene
al Paese nel suo complesso.