In Nepal, laboriose trattative tra i partiti politici che cercano un accordo sulla
nuova Costituzione, da varare improrogabilmente entro il 27 maggio. I cattolici e
le altre minoranze non induiste chiedono che nella nuova Carta fondamentale siano
tutelate la libertà religiosa e la laicità dello Stato. A parlarne, nell’intervista
di Davide Maggiore, è padre Silas Bogati, ex direttore esecutivo di
Caritas Nepal:
R. – The political
parties seem to be working... Sembra che i partiti politici collaborino per risolvere
le differenze affinché questa nuova Costituzione possa passare. Il termine ultimo
è, dunque, il 27 maggio. Secondo le indicazioni, daranno alla luce una sorta di nuova
Costituzione, forse un po’ in fretta, ma stanno cercando di risolvere alcune loro
differenze, di avere il consenso e di risolvere certe questioni come il federalismo
su base etnica, geografica e anche della struttura di governo. Sembra stiano lavorando
su queste questioni spinose e pare che forse per il termine stabilito ci sarà qualche
risultato.
D. – Ha la stessa speranza per quanto riguarda la questione delle
minoranze religiose?
R. – Actually I don’t have much hope ... Veramente
non ho molta speranza in questo ambito. Anche nella bozza della Costituzione, che
era già stata diffusa, fondamentalmente è stato mantenuto ciò che era presente nella
Costituzione precedente. Sembra ci sia una maggiore preoccupazione verso i problemi
politici e nel risolvere le differenze all’interno dei partiti politici. Ma la libertà
religiosa, in questo momento, sembra essere il punto focale.
D. – Negli ultimi
mesi ci sono stati dei cambiamenti positivi in questo campo?
R. – Unfortunately
not. ... Purtroppo, no. I partiti politici sembrano non preoccuparsi troppo della
questione. Quindi, dobbiamo continuare a fare pressioni e opera di sensibilizzazione
per ottenere il rispetto dei diritti per tutte le minoranze religiose. E’, dunque,
una questione sulla quale penso continueremo a lavorare. Sembra che al momento non
ci siano risultati concreti per noi. Pare anche che i nuovi articoli della Costituzione
non prevedano la libertà religiosa. Ci sarà una clausola che proibisce e criminalizza
l’evangelizzazione e di questo noi siamo molto preoccupati. Ciò è quello che è già
scritto nella bozza di Costituzione che abbiamo visto. Anche nel nuovo Codice Penale
che si sta cercando di redigere non sarà menzionata la libertà religiosa.
D.
– Quali sono i rapporti con le altre minoranze, in particolare quella musulmana?
R.
– We do have good relations ... Abbiamo buoni rapporti con le altre minoranze religiose:
di tanto in tanto ci incontriamo con alcuni leader e discutiamo di alcuni di questi
problemi. Ma credo che, data la situazione, le minoranze debbano unirsi ancora una
volta per valutare il da farsi.
D. – In questo clima di instabilità, temete
un ritorno dell’estremismo indù, che il Paese ha già sperimentato?
R. – Right
now things have been quiet ... Al momento le cose sono tranquille, ma noi ci siamo
trovati ad affrontare l’esplosione di una bomba, quando svolgevo il mio ministero
di sacerdote in una parrocchia a Kathmandu, e uno dei nostri preti è stato ucciso
da un gruppo estremista indù. Sembra si tratti di un movimento clandestino. Al momento
non ci sono minacce in questo senso, ma non si sa mai... Dobbiamo quindi essere sempre
cauti e pregare molto.
D. – In che modo l’instabilità politica sta influenzando
le condizioni di vita della popolazione?
R. – Political condition affects
very much ... La condizione politica ha una grande influenza, perché con l’instabilità
politica non c’è crescita economica. Il Nepal conta molto sul turismo, ma con molti
scioperi e la continua instabilità politica il turismo si riduce, la crescita economica
diminuisce, così come gli investimenti nel Paese. Molte persone sono disoccupate e
cercano lavoro. Quindi, ci sono molti problemi. La stabilità politica è l’ideale da
raggiungere, perché con la stabilità ci saranno crescita e molte cose positive. Senza
di essa dovremo veramente affrontare molti problemi!