Domani il “Lifeday 2012” con il lancio dell’iniziativa europea “Uno di noi”
Migliaia di persone si riuniranno domani in aula Paolo VI, in Vaticano, per il “Lifeday
2012” organizzato dal Movimento per la vita. L’evento prevede la diretta televisiva
e un collegamento bidirezionale con Piazza San Pietro. Tanti temi si intrecciano in
questa manifestazione del popolo della vita: la premiazione dei partecipanti al Concorso
scolastico europeo, i 34 anni della legge 194 sull’aborto e l’avvio dell’iniziativa
europea “Uno di noi” per chiedere, attraverso un quesito sottoposto all’adesione popolare,
di estendere “la protezione giuridica della dignità, del diritto alla vita e dell’integrità
di ogni essere umano fin dal concepimento in tutte le aree di competenza dell’Ue”.
Su questa iniziativa Debora Donnini ha chiesto un commento al presidente del
Movimento per la Vita italiano, Carlo Casini:
R. - È un’iniziativa
assai importante, perché consentita dal Trattato di Lisbona che - allo scopo di avvicinare
i cittadini europei all’Europa in un momento di sfiducia e di aumentare il tasso di
democrazia in Europa - ha istituito la possibilità per un milione di cittadini appartenenti
ad almeno sette Stati, di chiedere alle istituzioni europee un atto giuridico, normalmente
una legge europea, che essi ritengono necessaria per l’attuazione dei Trattati. Siccome,
nei Trattati è già scritto che la dignità umana è il fondamento dell’Unione Europa,
noi chiediamo che nell’attuazione di questo principio si riconosca che questa dignità
comincia dal concepimento. E quindi che l’Unione Europea, nelle sue attività, si ispiri
a questo criterio: parlo dell’Unione Europea non dei singoli Stati, lì vige un principio
diverso. L’Unione Europea, ad esempio, non può comandare di abolire le leggi sull’aborto,
ma può comportarsi nella sua azione in materia di sanità pubblica, di aiuto allo sviluppo,
di ricerca scientifica in coerenza con il principio che la dignità umana deve essere
riconosciuta fin dal concepimento.
D. - Quindi, se si raggiunge il milione
di firme in almeno sette Stati, cosa succede: questo è vincolante oppure no?
R.
– Le raccolte di firme sono previste già dalle leggi di vari Stati, ma qui l’aspetto
più caratteristico è che producono un effetto giuridico. L’Unione Europea non è obbligata
a fare quello che si chiede, ma è obbligata a discuterne, in modo adeguato e ad alto
livello, prima davanti alla commissione esecutiva e poi attraverso l’audizione in
contraddittorio tra comitato organizzativo - o comunque rappresentanti di coloro che
hanno raccolto le firme - e le istituzioni europee, in particolare ancora una volta
la commissione e il parlamento, in una discussione dalla quale deve venir fuori l’opportunità
o meno di accogliere, o comunque avviare, un processo legislativo in tutto o in parte,
oppure anche di respingere ma per lo meno si discute.
D. - Una delle richieste
è anche quella di porre fine al finanziamento di attività che presuppongono la distruzione
di embrioni umani nei settori della ricerca, nei programmi di riduzione delle nascite
e così via...
R. - È proprio così. Devo dire che, tra l’altro, per quanto riguarda
la ricerca scientifica il discorso è di straordinaria attualità perché è proprio in
discussione ora un programma “Horizon”, che prevede anche il finanziamento - sia pure
in modo indiretto ma comunque certo - di ricerche distruttive sull' embrione umano.
D.
- In Italia, fra l’altro, si registra un "inverno" demografico che sta causando non
pochi problemi economici. Dall’istituzione della legge 194, nel 1978, fino ad oggi,
si contano quasi cinque milioni e mezzo di aborti...
R. - Questo è un dato
certo, ma purtroppo è una cifra largamente inferiore alla realtà, perché questa riguarda
il numero degli aborti conosciuti, quelli legali. Poi ci sono quelli ignoti, non eseguiti
in ospedale e con il passare degli anni l’aborto dovuto all’impiego di pillole varie,
la pillola del giorno dopo, quella dei cinque giorni dopo. Una volta ho domandato
a un economista famoso: “Ma scusi, lei sostiene che l’aborto è causa di crisi economica?”.
Provi a pensare - ha risposto - come sarebbe diversa la situazione, se cinque milioni
e mezzo di esseri umani, invece di essere uccisi, oggi ci fossero: non ci sarebbe
il problema delle pensioni, e sarebbe risolta una grande quantità di problemi.
D.
- C’è poi il Concorso scolastico europeo. In che cosa consiste?
R. - L’iniziativa
è nata da una manifestazione che si fece nel 1987 con Madre Teresa di Calcutta e Chiara
Lubich. L’evento terminò con la firma di un documento. Per portarlo in Europa, si
immaginò un concorso i cui vincitori consegnassero questo documento al presidente
del parlamento europeo, cosa che avvenne. La cosa fu così bella che abbiamo pensato
di rifarlo tutti gli anni. Anche qui, il filo conduttore è il diritto alla vita e
l’Europa, ma utilizzando argomenti di attualità. Ad esempio: cade il muro di Berlino,
il vero concetto di libertà. Viene proclamato l’anno internazionale della donna, Conferenza
di Pechino, e noi meditiamo sul rapporto tra il genio femminile e la vita - il titolo
fu “La donna protagonista”. Il Concorso prevede che gli studenti delle scuole medie
e superiori e delle università, eventualmente, meditino sull’argomento proposto in
varie forme, come il tema, un’opera grafica, una produzione di video.
D. -
Quanti saranno i vincitori?
R. - Quest’anno, sono esattamente 253. Il premio
consiste nell’andare a Strasburgo a seguire un seminario che culmina con un dibattito
tra questi ragazzi che hanno vinto il concorso, che preparano un documento. Alla fine
si vota elettronicamente all’interno dell’aula del parlamento stesso e poi il documento
viene mandato ai parlamentari europei.
D. - Domani, all’iniziativa partecipa,
oltre al Movimento per le Vita, il Forum delle Associazioni familiari, Retinopera,
ma anche molti movimenti e nuove comunità. E' importante questa presenza?
R.
- È essenziale. Noi vogliamo essere soltanto un motorino di avviamento. Poi, si deve
mettere in moto la grande macchina. Allora, il segno dell’unità del mondo cattolico
è manifestata da questa presenza, non solo dalla parola del Santo Padre, ma anche
appunto dalla presenza delle associazioni, dei leader che, aderendo a questa nostra
iniziativa, ci daranno certamente una mano molto importante, nel segno dell’unità.