Medio Oriente: frizioni tra Hamas e Fatah sul nuovo governo palestinese
In Medio Oriente, si spacca nuovamente il fronte palestinese. Motivo della frizione
tra le fazioni di Fatah e Hamas il rimpasto di governo fortemente criticato dal movimento
fondamentalista, che giudica l’esecutivo composto da tecnocrati e troppo coinvolto
con i poteri forti e non in grado di rispettare l’accordo di riconciliazione tra Fatah
e Hamas siglato nel 2011, ma di fatto mai attuato. Una situazione che avrà sicuramente
importanti ricadute sulla situazione israelo-palestinese. Giancarlo La Vella
ne ha parlato con Stefano Torelli, esperto di Medio Oriente del portale Equilibri.net:
R. – Non c’è
molto di nuovo in questa spaccatura: nonostante gli appelli e il raggiungimento –
almeno formale – di alcuni accordi tra Fatah ed Hamas, in realtà non si è mai arrivati
a un vero accordo che mettesse fine alla spaccatura interna al mondo politico palestinese.
Diciamo quindi che le ripercussioni, almeno a breve termine, non si dovrebbero vedere.
Questo non vuol dire che si tratti di una cosa positiva: il dialogo con Israele continuerà
a essere messo in difficoltà così come, all’interno del mondo palestinese, sembra
essere lontano il raggiungimento di una vera e propria unità nazionale. Per il momento,
Fatah non prevede l’eventualità di un governo insieme ad Hamas al punto tale da costituire,
da solo, un nuovo governo.
D. – Difficoltà anche per i mediatori internazionali
che si trovano, in pratica, a dover dialogare con "due Palestine"…
R. – Sì.
Questo è un po’ lo scenario che abbiamo di fronte, almeno dal 2006-2007. Al momento
non c’è neanche una posizione univoca, a livello internazionale, nei riguardi di Hamas
e, soprattutto, ogni volta che si parla di un possibile accordo tra Hamas e Fatah,
si levano anche molte voci contrarie proprio da parte di alcuni attori della comunità
internazionale, Israele in primis. La presenza di Hamas, quindi, sarebbe comunque
una presenza problematica nel caso in cui si arrivasse veramente a un’unità nazionale
in Palestina.
D. – La "primavera araba" e la crisi siriana hanno un po’ messo
in ombra la situazione israelo-palestinese. In questi mesi, invece, è successo, di
fatto, qualcosa di importante…
R. –Sì. La questione israelo-palestinese continua
a essere cruciale all’interno degli equilibri mediorientali. Vi sono, inoltre, degli
sviluppi importanti: la settimana scorsa, ad esempio, Israele stesso ha dato una svolta
al proprio panorama politico interno nel momento in cui il primo ministro Netanyahu,
con una mossa che ha colto di sorpresa molti, ha annunciato l’allargamento della propria
coalizione di governo al maggior partito di opposizione, Kadima. Si può anche presupporre
che questo allargamento possa essere preludio di nuove scelte importanti da parte
del Paese.