2012-05-16 12:54:44

"Good news day": la rivista "Città Nuova" propone otto giorni di buone notizie


L’altruismo, la solidarietà, la legalità, sono mattoni importanti che costruiscono le nostre città e la convivenza umana: diamo voce e facciamo conoscere tutto il buono che c’è in mezzo a noi. E’ l’iniziativa lanciata dalla rivista “Città Nuova” che propone una “Good news day”, una “Giornata delle buone notizie” che, dal 13 maggio scorso e per un’intera settimana, dia spazio in tutti i mezzi di comunicazione al positivo. Ma come si colloca questa iniziativa nel quadro dell’attuale mondo dell’informazione? Adriana Masotti lo ha chiesto a Maddalena Maltese, giornalista di “Città Nuova”:RealAudioMP3

R. – Il mondo non può essere raccontato solo dal punto di vista dei furbetti, dei dittatori sanguinari, dello spread, della crisi economica, ma la fotografia del mondo è fatta anche di altro. Da qui l’idea di lanciare una Giornata nazionale delle buone notizie, in cui raccontare, sicuramente accanto alle ingiustizie e ai disagi, anche la speranza e tutto il bene che costruisce il nostro Paese. Al di là dei tagli del welfare, ad esempio, la famiglia che mette in piedi un’associazione che coinvolge tante altre famiglie per i ragazzi con disagi, oppure quella città che dice di ‘no’ all’acquisto degli F35….

D. – Ma che valore ha il fatto di fare spazio nell’informazione quotidiana anche per il positivo?

R. - Ha valore perché racconta realmente una fotografia piena del nostro mondo, dove appunto le sciagure non possono uccidere la speranza, l’ottimismo, la voglia di fare, le energie positive.

D. – Si tratta, dunque, di rappresentare la realtà nella sua interezza...

R. – Assolutamente sì. Ci ha dato in questo senso un ottimo spunto anche il messaggio che il Papa ha lanciato per la 46.ma Giornata delle Comunicazioni sociali, dove sollecita a dare vita ad una conoscenza condivisa e autentica, in cui tutti diventiamo cercatori della verità, una verità che sicuramente ha tutte queste sfaccettature e che non è fatta di buonismo o di una glassa che addolcisce il nostro mondo o la realtà con cui ci troviamo a confrontarci. Indubbiamente, però, della Grecia, ad esempio, possiamo raccontare la fame, la fatica, ma dobbiamo avere anche il coraggio di raccontare le mense di solidarietà dei quartieri, quello che la gente sta facendo per aiutarsi, per uscire fuori da situazioni drammatiche. Non può essere unilaterale il racconto della realtà, ma deve avere spazio per tutte queste storie.

D. – L’iniziativa, “Good news day”, chiede qualcosa ai fruitori dell’informazione e un impegno anche ai giornalisti. Di che cosa si tratta?

R. – Ai nostri colleghi sicuramente chiediamo di avere il coraggio di tirar fuori dai cassetti quelle belle storie che tante volte sono state bloccate da un fatto scandalistico immediato di cui ci si doveva occupare, dai ‘no’ degli editori, da quelle emergenze che hanno preso il sopravvento… Quindi, con coraggio di usare la creatività e la professionalità per raccontare anche di tutte quelle persone, quei fatti, quelle aziende che danno veramente un contributo etico al nostro Paese. Ai lettori chiediamo di essere protagonisti, segnalando fatti, iniziative, persone che possano essere esempi di una cittadinanza attiva e partecipe, valorizzando quello che può migliorare la convivenza.

D. – Già da tempo “Città Nuova” ha proposto ai suoi lettori il manifesto per un’informazione responsabile. Che cosa si vuole sollecitare attraverso questo manifesto?

R. – Noi ci siamo resi conto che apparentemente possiamo avere una conoscenza illimitata del mondo, attraverso la rete, attraverso i tg, attraverso i giornali. In realtà, questo mondo che noi possiamo conoscere, alle volte si restringe su quello che a noi piace, su chi la pensa come noi, sull’avere una conferma di come noi la pensiamo. Invece, in questo manifesto dell’informazione vorremmo spingere tutti ad uscire dai propri ghetti informativi, ad allargare l’orizzonte di conoscenza, ad incontrarsi con i testimoni e a far sì che le parole, le immagini promuovano realmente la dignità dell’uomo e costruiscano sul serio giustizia e pace come il Papa ci invita a fare.







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