Canada: appello dei vescovi per la protezione dei cristiani in Nigeria
Un appello per la protezione della comunità cristiana in Nigeria è stato lanciato
nei giorni scorsi dall’episcopato cattolico canadese, mentre nel Paese africano non
sembra arrestarsi l’ondata di odio che vede soprattutto come epicentro la regione
settentrionale. È stata Jos, il capoluogo dello Stato federale di Plateau, nella Nigeria
settentrionale, a essere nuovamente teatro nei giorni scorsi di un attacco a un villaggio
dove sono state uccise sette persone appartenenti a una famiglia cristiana. Il clima
di forte tensione fa da sfondo a una lettera che il presidente della Commissione per
i diritti umani della Conferenza episcopale del Canada mons. François Lapierre, ha
indirizzato all’Alta Commissione della Repubblica federale della Nigeria in Canada.
Nella lettera – riporta L’Osservatore Romano - si fa riferimento ad alcune dichiarazioni
dell’arcivescovo di Jos e presidente della Conferenza episcopale in Nigeria, Ignatius
Ayau Kaigama, che denunciano la situazione e sottolineano la necessità di garantire
maggiore sicurezza alla popolazione cristiana. Nella lettera mons. Lapierre richiama,
in particolare, l’intervista rilasciata il 30 aprile dall’arcivescovo all’associazione
Aiuto alla Chiesa che Soffre in cui aveva espresso “grave preoccupazione” per la mancanza
di protezione della comunità cristiana, specialmente nel nord del Paese. A tale riguardo
mons. Kaigama osservava che nella regione settentrionale a fronte di un alto numero
di attacchi contro i cristiani si registrano pochi arresti di colpevoli. Secondo quanto
emerso, questi attacchi avrebbero una cadenza quasi giornaliera, con i cristiani come
obiettivo principale. Nell’intervista, il presidente dei vescovi nigeriani denunciava:
“Il motivo per cui nessuno abbia ancora identificato i colpevoli supera ogni immaginazione.
Noi paghiamo le tasse e abbiamo il diritto di sentirci protetti e sapere cosa sta
succedendo”. La lettera di mons. Lapierre prosegue richiamando il documento World
Summit Outcome del 2005, approvato dall’Assemblea Generale dell’Onu con la risoluzione
60/1, che contiene un paragrafo dedicato alla “Responsabilità di proteggere”. L’articolo
138, in particolare, contempla quattro tipi di reati: genocidio, crimini di guerra,
pulizia etnica e crimini contro l’umanità. La responsabilità di impedire tali crimini
è innanzitutto dei singoli Stati nei confronti dei propri cittadini e il compito principale
della comunità internazionale è aiutare gli Stati ad adempiere le proprie responsabilità.
Il presule canadese conclude esprimendo vicinanza alla comunità cristiana in Nigeria
richiamando il Presidente nigeriano Goodluck Jonathan all’ “l’urgente necessità di
assicurare protezioni adeguate per i tanti cristiani che chiamano casa il vostro Paese”.
(L.Z.)