Save the Children: in Italia un bambino su quattro è a rischio povertà
In Italia un minore su quattro, il 22,6%, è a rischio povertà, un dato che è il più
alto degli ultimi 15 anni - con una crescita del 3,3% rispetto al 2006 - e che ha
uno ‘spread’, un differenziale rispetto agli adulti a rischio povertà, dell'8,2% (gli
over 18 in condizione di forte disagio economico sono infatti il 14,4% della popolazione
italiana). A rivelarlo è Save the Children, che in occasione del lancio della sua
campagna "Ricordiamoci dell'infanzia" rende noto il nuovo dossier "Il paese di Pollicino".
L'Italia, secondo lo studio, è agli ultimi posti in Europa per finanziamenti a favore
di famiglie, infanzia e maternità con l'1,3% del Pil contro il 2,2% della media Ue.
Mentre purtroppo vanta altri primati negativi - dall'evasione fiscale alla corruzione
- che negli anni hanno sottratto risorse preziose alle centinaia di migliaia di minori
che ne avrebbero avuto diritto e bisogno. Se la povertà minorile dunque è costantemente
aumentata negli anni e molto più di quella degli adulti, dal 2006 al 2010, cioè in
coincidenza con l'esplosione della crisi economica, è in notevole aumento anche l'intensità
della povertà passata dal 28,1% del 2006 al 35,1% del 2010 (+7%), mentre nelle famiglie
senza minori è cresciuta nello stesso arco di tempo di appena un punto e mezzo (dal
25,1% al 26,7%) e avrebbe conosciuto anzi una leggera flessione dal 2008 (-1,5%),
come documenta il dossier. "La prima cosa da fare per arrestare questo trend pericolosissimo
è varare subito un piano nazionale di lotta alla povertà minorile", spiega Valerio
Neri, direttore generale di Save the Children Italia. Le misure proposte si fondano
su quattro pilastri: interventi per le famiglie in condizioni disagiate, servizi per
il sostegno della genitorialità, misure a favore del lavoro femminile e per promuovere
la conciliazione fra lavoro e famiglia e infine la previsione di una valutazione di
impatto sull'infanzia di ogni nuovo provvedimento legislativo. (G.A.)