2012-05-14 14:13:12

Pakistan: nessun progresso nelle indagini sull’assassinio del ministro Shahbaz Bhatti


Nessun progresso nelle indagini sull’assassinio di Shahbaz Bhatti, ministro pakistano per le minoranze religiose, ucciso con 30 colpi di pistola il 2 marzo 2011. Nei giorni scorsi la polizia ha rilasciato il secondo presunto omicida, Zia Ur Rehman, dopo aver emesso un mandato di cattura internazionale. In un’intervista all'agenzia AsiaNews, il fratello del politico cristiano ucciso, Paul Bhatti, che è consigliere speciale del premier per l’Armonia nazionale, a nome della famiglia ha espresso disappunto sull’operato di inquirenti e magistrati, per un ravvisato disinteresse nel punire i “veri responsabili” a oltre un anno dal crimine. “Avevamo visto l’arresto di Zia Ur Rehman come un raggio di speranza - spiega - perché la polizia emette mandati di cattura internazionali sulla base di prove certe”. Nel ribadire l’intenzione di “continuare la battaglia iniziata dal fratello”, ha poi precisato che “l’omicida sarà perdonato, solo quando sarà nota la sua identità”. Intanto minacce sono state indirizzate al presidente del Comitato a tutela delle minoranze della provincia meridionale del Sindh, Saleem Khursheed Khokhar. L’uomo è stato vittima di messaggi intimidatori per il suo lavoro a tutela dei non musulmani e delle persone private dei diritti di base. Il suo impegno ha portato anche alla promulgazione di 21 risoluzioni al Parlamento provinciale, fra cui la legge del 2012 sulle Proprietà delle minoranze religiose. Dal vescovo di Islamabad-Rawalpindi, mons. Rufin Anthony, sono arrivate parole di solidarietà assieme alla richiesta di “provvedimenti immediati” e alla condanna dell’inerzia di polizia e autorità di governo sull’assassinio di Shahbaz Bhatti. (G.M.)







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