Debito pubblico a livelli record, in calo le entrate tributarie
In Italia sale il debito pubblico, scendono le entrate fiscali. A rilevarlo è la Banca
d’Italia nel supplemento al Bollettino statistico dedicato alla finanza pubblica.
Resta invece stabile l’inflazione anche se ad aprile, secondo dati Istat, l’indice
nazionale dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,5%. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Cresce a livelli
record il debito pubblico, salito a marzo in base ai dati resi noti dalla Banca d’Italia,
a 1.946 miliardi di euro. Nel primo trimestre di quest’anno le entrate fiscali sono
inoltre calate dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2011. Si tratta di trend
legati a diversi fattori, come sottolinea l’economista Giacomo Vaciago: “La
riduzione assoluta del debito partirà dal 2014. Che il debito pubblico aumenti ancora
in questi primi mesi dell’anno non stupisce, abbiamo ancora un deficit. La cosa più
allarmante è che nel primo trimestre di quest’anno le entrate tributarie, rispetto
al corrispondente periodo di un anno fa, sono in calo. Non è l’aumento dell’evasione,
è la riduzione del reddito da recessione. L’economia italiana è in recessione da tre
trimestri. Le entrate tributarie calano quando le cose vanno male e quindi, temporaneamente,
aggravano i problemi del debito. E’ un circolo vizioso che in forme esasperate abbiamo
visto in Grecia e in Spagna. Da noi non è così grave, ma è presente. L’austerità che
fa male temporaneamente all’economia rende anche più difficile ridurre il deficit
pubblico. Ci vogliono, da un lato, politiche per la crescita e, dall’altro, austerità,
e sapere che la cura richiede tre anni, non tre mesi”. Intanto le borse europee,
tra cui Piazza Affari, sono in forte calo e lo spread tra Btp e Bund risale oltre
440 punti. Un altro dato preoccupante riguarda i prezzi dei prodotti acquistati con
maggiore frequenza che, secondo l’Istat, aumentano ad aprile dello 0,4%. Rischiano
questi trend di diventare insostenibili? Ancora l’economista Giacomo Vaciago: “Aumentano
la sofferenza di quelli che già stanno male. Avere perso lo stipendio o aver ridotto
il reddito e contemporaneamente pagare più care le cose che compri vuol dire che soffri
due volte: hai meno reddito e i prezzi stanno crescendo. L’Istat pubblica due dati,
quello relativo al paniere dei beni complessivamente acquistati e poi quello dei beni
più spesso acquistati. Attenzione: i beni più spesso acquistati sono anche i beni
di prima necessità - il pane e il latte - e questo, quindi, preoccupa perché vuol
dire che sono i ceti deboli quelli che pagano di più”. Tra i prodotti con aumenti
più alti, si registra il rincaro dei prezzi dei carburanti, cresciuti su base annua
di oltre il 20%.