Aperta la tomba di De Pedis: nella cripta anche resti di un antico ossario. Padre
Lombardi: piena collaborazione con la magistratura
La tomba di Enrico De Pedis, nella Basilica di Sant’Apollinare a Roma, contiene effettivamente
i resti del noto criminale esponente della Banda della Magliana. La conferma è giunta
dai primi accertamenti seguiti all’apertura della bara, dove gli investigatori dopo
una “ispezione visiva” hanno comunicato esservi “il corpo di un uomo corrispondente
a quello di Enrico De Pedis”, rimasto ucciso il 2 febbraio 1990 in un regolamento
di conti a Campo de Fiori, il cui nome è stato collegato più volte nel corso degli
anni alla sparizione di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana, scomparsa all’età
di 15 anni il 22 giugno 1983. Ulteriore conferma sull’identità di De Pedis è giunta
in fine mattinata dagli esami dattiloscopici. Le impronte hanno infatti permesso l’identificazione
del cadavere anche grazie al buono stato di conservazione del corpo. Si attende ora
l’esame del Dna, mentre proseguono i rilievi della Polizia scientifica anche nella
cripta che ospita la bara di De Pedis, dove sono state trovate altre 200 cassette
contenenti reperti ossei estranei al boss, ma probabilmente risalenti ad un ossario
del "700. La bara di De Pedis sarà spostata nei prossimi giorni. Il direttore della
Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha dichiarato che "l'ispezione compiuta
oggi alla tomba di Enrico De Pedis presso la Basilica di Sant’Apollinare per iniziativa
della magistratura inquirente è certamente un fatto positivo, che corrisponde a quanto
era stato auspicato, affinchè vengano compiuti tutti i passi possibili per lo svolgimento
e la conclusione delle indagini". "Per quanto riguarda il trasferimento della salma
in altro luogo", padre Lombardi ha aggiunto che "come è stato anche auspicato, si
procederà in accordo con i familiari e secondo i loro desideri. Per parte sua, la
magistratura - ha concluso il direttore della Sala stampa vaticana - può continuare
a contare sulla piena collaborazione delle autorità ecclesiastiche". La decisione
dell’autorità giudiziaria di procedere con la traslazione è stata accolta “con piacere”
dal cardinale vicario Agostino Vallini, per aiutare a superare – ha detto – “tutti
i problemi ed i sospetti”. Non ci si deve fermare alla questione della sepoltura,
ha commentato il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, in relazione all’indagine sulla
sparizione della sorella, ancora insoluta. L’evento è stato seguito da una folla di
fotografi, giornalisti e curiosi. (A cura di Roberta Gisotti)