2012-05-12 20:21:54

In oltre 100 città europee la manifestazione " Insieme per l'Europa": per raccontare il contributo dei cristiani al bene comune


La bandiera azzurra dell’Unione europea ai piedi del Campidoglio insieme a testimonianze, canti e danze per dire ad una voce, quella dei cristiani, che un’Europa della fraternità è possibile anzi è già realtà. Questa la cornice in cui si è svolta a Roma ieri pomeriggio la quarta edizione di Insieme per l’Europa, in contemporanea con Bruxelles e altre 130 città del continente. Protagonisti oltre 300 movimenti e comunità di diverse confessioni cristiane. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Occorre costruire e rinforzare ogni giorno tra gli europei la filosofia della relazione, l’importanza del nostro prossimo. So che anche voi siete a questo sensibili. Così nel suo messaggio da Bruxelles il presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy a chiusura di una manifestazione che ha unito i cristiani del Continente nel dare speranza. E la speranza è nel valore dell’"insieme" che risolve, è nella dimensione comunitaria che arricchisce, ha detto Maria Voce presidente del Movimento dei Focolari da Bruxelles. E questo hanno testimoniato le voci a Roma: come Samuel Kpoti pastore evangelico che, con diverse iniziative, promuove l’incontro di bambini e giovani di diverse fedi e culture:

“Dobbiamo sempre rimanere aperti e imparare dall’ altro. Insieme si cresce e dobbiamo crescere insieme”.

O come Salvatore che con la moglie Sara ogni giorno a Roma prova a sanare una delle emergenze dell’Europa di oggi, le famiglie sole e in crisi, con la Tenda di Abramo una realtà di famiglia aperta:

Abbiamo deciso di avviare una nuova attività concreta che ha portato alcuni di noi a lasciare la propria casa, la propria terra, il proprio lavoro, ma insieme, così da creare una famiglia allargata che accoglie famiglie in difficoltà”.

“C’è voglia di ridimensionarci per rassicurarci, di recuperare i confini. Ma è un illusione. La grande parte dei paesi europei non potrà affrontare da solo le sfide globali” ha affermato Andrea Riccardi tra i fondatori della Comunità di sant’Egidio da Bruxelles. Solitudine e mancanza di speranza vanno contrastate. I tempi, ha detto Riccardi, sono difficili ma si può ancora cambiare : deve risorgere un senso del comune destino, debbono rinascere reti sociali. Occorre rileggere la funzione della finanza e la natura dell’impresa. E c’è qualcuno che già lo fa, come Ricardo, messicano che gestisce un Istituto di ricerca e promozione dell’etica rivolto a banche e aziende:

“Secondo noi profitto e dignità della persona umana devono essere collegati. La nostra proposta è che le aziende modifichino il modo di gestirsi così da essere non solo redditizie, ma da avere impiegati molto più soddisfatti e impegnati”.

Dunque un’ Europa solidale unita e accogliente è possibile e nessuno di noi è escluso dalla responsabilità di contribuirvi.”Non ci si può congedare dalla storia” come ha detto Benedetto XVI.







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