2012-05-12 14:25:15

Il sindaco di San Sepolcro: la visita del Papa darà slancio alla società civile


La visita pastorale di Benedetto XVI nella diocesi di Arezzo-Cortona-San Sepolcro è attesa con grande interesse non solo dalla Chiesa locale, ma da tutta la società civile. Al microfono di Paolo Ondarza, la testimonianza del sindaco di San Sepolcro, Daniela Frullani:RealAudioMP3

R. – E’ un evento atteso da tantissimo tempo, da più di 500 anni. Quest’anno la nostra città festeggia il suo millenario. Io dico che questo per noi è un anniversario di grandissima importanza, perché costituisce un momento di riflessione collettiva sulle nostre origini, sui valori per i quali San Sepolcro è stata fondata. E’ una città che nasce da un progetto teologico: i pellegrini di ritorno dalla Terra Santa e i Santi Egidio ed Arcano vollero costruire sulle rive del Tevere una nuova Gerusalemme, città della giustizia e della pace.

D. – Non va dimenticato che ci troviamo in un momento di crisi economica che coinvolge l’Europa e coinvolge particolarmente l’Italia. La politica, dunque, è chiamata a risolvere, ad affrontare questa crisi, senza dimenticare il valore della persona...

R. – Questo io lo dirò nel mio discorso di saluto al Santo Padre, perché credo anch’io fermamente che la politica non debba soccombere alle leggi dell’economia e che al centro di tutto debba esserci la dignità dell’uomo e il valore della persona. Quindi, ogni azione politica deve sempre avere questo punto di riferimento, in qualsiasi contesto storico, in qualsiasi situazione. Viviamo un momento molto difficile e ne siamo perfettamente consapevoli. Abbiamo la necessità di recuperare uno stile di vita diverso, più sostenibile. E’ il momento di affrontare grandi problemi che non sono più rinviabili. E’ necessario che un messaggio di speranza in questo senso possa partire dalla terra in cui San Francesco amava ispirarsi.

D. – La città è vestita a festa: sventolano bandiere dei vari rioni, oltre a quelle del Vaticano e oltre a quelle chiaramente di San Sepolcro...

R. – I nostri colori si intrecciano con quelli del Vaticano, con quelli di tutti i rioni cittadini. Alcuni cittadini addirittura non conoscevano i colori dei propri rioni. Ecco, quindi, quando si dice la riscoperta delle proprie origini, delle tradizioni, della propria storia!

Fervono, dunque, i preparativi per la visita di Benedetto XVI in terra aretina. Il nostro inviato, Paolo Ondarza, ne ha parlato con Leonardo Nocentini, responsabile del servizio di volontariato per la visita del Papa ad Arezzo:RealAudioMP3

R. – Siamo oltre 300 volontari. Le persone di cui si valuta la presenza all’evento della celebrazione sono all’incirca 30mila. Queste sono tutte stime che hanno anche una veridicità in funzione di quello che sarà il tempo meteorologico.

D. - Come sono stati scelti i volontari?

R. - Tramite tutti i collegamenti con le parrocchie, con i movimenti e con la consulta del volontariato provinciale abbiamo chiesto la disponibilità di tutte le persone che potessero assicurare un servizio prettamente alla persona, che potessero servire nella funzione di accoglienza e di guida dei pellegrini che si avvicineranno al luogo della celebrazione.

D. – Il volontario svolge il suo servizio gratuitamente...

R. – Certamente!

D. – Cosa motiva una persona ad adoperarsi per un evento di questo tipo come la visita del Papa?

R. - Pensando alla maggior parte delle persone che appartengono a movimenti ecclesiali, credo che sia proprio quello del servizio a una Chiesa che in questo momento vive un momento celebrativo molto importante, quindi un amore per la propria Chiesa. Per le altre persone che magari non appartengono necessariamente ai movimenti ecclesiali, io credo che sia sempre un’attenzione, una sensibilità al prossimo.

D. – Particolare attenzione è stata riservata ai diversamente abili perché possano partecipare…

R. – Certo, una particolare attenzione che ha coinvolto in questo la pastorale sanitaria che si è organizzata e ha ritrovato disponibilità, Misericordie, opere di assistenza, per poter accompagnare e far vivere questo momento anche ai diversamente abili. E’ prevista un’area specifica, dove vengono accolte queste persone che è in vicinanza immediata del palco con servizi e accompagnamento dedicati esclusivamente a loro.

D. – Quale la principale sfida per il team dei volontari?

R. - La principale sfida è quella di mantenere la calma e cercare di portare i pellegrini in una condizione di serenità a questo evento. La sfida è veramente far funzionare tutto quello che è stato previsto nel modo migliore, quindi nel comunicare tra i vari reparti, tra i vari gruppi, in modo che non ci siano dimenticanze e non ci siano ostacoli ulteriori a quelli che già sono da affrontare.

D. - Nell’episcopio di Arezzo il Papa saluterà gli organizzatori della visita: è prevista anche una delegazione di volontari?

R. – E’ prevista la possibilità di un incontro personale con il Papa. C’è stata indicata questa opportunità che coglieremo molto volentieri.

D. – Come responsabile dei rapporti con il volontariato come vive questo evento per la sua città?

R. – Io ho cercato di seguire anche il consiglio che il nostro arcivescovo ha dato, cioè di far sì che questa attesa fosse un momento anche spirituale di avvicinamento all’incontro. Molto spesso quando si fanno eventi di questo genere ci preoccupiamo di far sì che tutti i dettagli tecnici siano messi al punto giusto e dimentichiamo il motivo per cui stiamo lavorando. Io ho cercato di mantenere questa attenzione e questa tensione spirituale in tutto il mio percorso di avvicinamento a questo evento. Certo, la responsabilità di questo team mi affascina da una parte e mi spaventa dall’altra. Io sono più attento a mantenere questa motivazione di servizio alla mia Chiesa, oltre a quella di essere in questo momento responsabile dei volontari, che devono far girare tutto a puntino.







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