Il sindaco di San Sepolcro: la visita del Papa darà slancio alla società civile
La visita pastorale di Benedetto XVI nella diocesi di Arezzo-Cortona-San Sepolcro
è attesa con grande interesse non solo dalla Chiesa locale, ma da tutta la società
civile. Al microfono di Paolo Ondarza, la testimonianza del sindaco di San
Sepolcro, Daniela Frullani:
R. – E’ un evento
atteso da tantissimo tempo, da più di 500 anni. Quest’anno la nostra città festeggia
il suo millenario. Io dico che questo per noi è un anniversario di grandissima importanza,
perché costituisce un momento di riflessione collettiva sulle nostre origini, sui
valori per i quali San Sepolcro è stata fondata. E’ una città che nasce da un progetto
teologico: i pellegrini di ritorno dalla Terra Santa e i Santi Egidio ed Arcano vollero
costruire sulle rive del Tevere una nuova Gerusalemme, città della giustizia e della
pace.
D. – Non va dimenticato che ci troviamo in un momento di crisi economica
che coinvolge l’Europa e coinvolge particolarmente l’Italia. La politica, dunque,
è chiamata a risolvere, ad affrontare questa crisi, senza dimenticare il valore della
persona...
R. – Questo io lo dirò nel mio discorso di saluto al Santo Padre,
perché credo anch’io fermamente che la politica non debba soccombere alle leggi dell’economia
e che al centro di tutto debba esserci la dignità dell’uomo e il valore della persona.
Quindi, ogni azione politica deve sempre avere questo punto di riferimento, in qualsiasi
contesto storico, in qualsiasi situazione. Viviamo un momento molto difficile e ne
siamo perfettamente consapevoli. Abbiamo la necessità di recuperare uno stile di vita
diverso, più sostenibile. E’ il momento di affrontare grandi problemi che non sono
più rinviabili. E’ necessario che un messaggio di speranza in questo senso possa partire
dalla terra in cui San Francesco amava ispirarsi.
D. – La città è vestita a
festa: sventolano bandiere dei vari rioni, oltre a quelle del Vaticano e oltre a quelle
chiaramente di San Sepolcro...
R. – I nostri colori si intrecciano con quelli
del Vaticano, con quelli di tutti i rioni cittadini. Alcuni cittadini addirittura
non conoscevano i colori dei propri rioni. Ecco, quindi, quando si dice la riscoperta
delle proprie origini, delle tradizioni, della propria storia!
Fervono, dunque,
i preparativi per la visita di Benedetto XVI in terra aretina. Il nostro inviato,
Paolo Ondarza, ne ha parlato con Leonardo Nocentini, responsabile del
servizio di volontariato per la visita del Papa ad Arezzo:
R. – Siamo oltre
300 volontari. Le persone di cui si valuta la presenza all’evento della celebrazione
sono all’incirca 30mila. Queste sono tutte stime che hanno anche una veridicità in
funzione di quello che sarà il tempo meteorologico.
D. - Come sono stati scelti
i volontari?
R. - Tramite tutti i collegamenti con le parrocchie, con i movimenti
e con la consulta del volontariato provinciale abbiamo chiesto la disponibilità di
tutte le persone che potessero assicurare un servizio prettamente alla persona, che
potessero servire nella funzione di accoglienza e di guida dei pellegrini che si avvicineranno
al luogo della celebrazione.
D. – Il volontario svolge il suo servizio gratuitamente...
R.
– Certamente!
D. – Cosa motiva una persona ad adoperarsi per un evento di questo
tipo come la visita del Papa?
R. - Pensando alla maggior parte delle persone
che appartengono a movimenti ecclesiali, credo che sia proprio quello del servizio
a una Chiesa che in questo momento vive un momento celebrativo molto importante, quindi
un amore per la propria Chiesa. Per le altre persone che magari non appartengono necessariamente
ai movimenti ecclesiali, io credo che sia sempre un’attenzione, una sensibilità al
prossimo.
D. – Particolare attenzione è stata riservata ai diversamente abili
perché possano partecipare…
R. – Certo, una particolare attenzione che ha coinvolto
in questo la pastorale sanitaria che si è organizzata e ha ritrovato disponibilità,
Misericordie, opere di assistenza, per poter accompagnare e far vivere questo momento
anche ai diversamente abili. E’ prevista un’area specifica, dove vengono accolte queste
persone che è in vicinanza immediata del palco con servizi e accompagnamento dedicati
esclusivamente a loro.
D. – Quale la principale sfida per il team dei volontari?
R.
- La principale sfida è quella di mantenere la calma e cercare di portare i pellegrini
in una condizione di serenità a questo evento. La sfida è veramente far funzionare
tutto quello che è stato previsto nel modo migliore, quindi nel comunicare tra i vari
reparti, tra i vari gruppi, in modo che non ci siano dimenticanze e non ci siano ostacoli
ulteriori a quelli che già sono da affrontare.
D. - Nell’episcopio di Arezzo
il Papa saluterà gli organizzatori della visita: è prevista anche una delegazione
di volontari?
R. – E’ prevista la possibilità di un incontro personale con
il Papa. C’è stata indicata questa opportunità che coglieremo molto volentieri.
D.
– Come responsabile dei rapporti con il volontariato come vive questo evento per la
sua città?
R. – Io ho cercato di seguire anche il consiglio che il nostro arcivescovo
ha dato, cioè di far sì che questa attesa fosse un momento anche spirituale di avvicinamento
all’incontro. Molto spesso quando si fanno eventi di questo genere ci preoccupiamo
di far sì che tutti i dettagli tecnici siano messi al punto giusto e dimentichiamo
il motivo per cui stiamo lavorando. Io ho cercato di mantenere questa attenzione e
questa tensione spirituale in tutto il mio percorso di avvicinamento a questo evento.
Certo, la responsabilità di questo team mi affascina da una parte e mi spaventa dall’altra.
Io sono più attento a mantenere questa motivazione di servizio alla mia Chiesa, oltre
a quella di essere in questo momento responsabile dei volontari, che devono far girare
tutto a puntino.