Attacchi a Equitalia e attentato a Adinolfi, rischio escalation. Commento del vescovo
di Terni
Per l’attentato a Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, è
attendibile la rivendicazione della Federazione Anarchica Informale. Lo ha detto oggi
il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, che ha parlato di “rischio di escalation”
del terrorismo. La situazione è molto delicata, ha aggiunto, anche perché legata alla
difficoltà economica del Paese. E sono della notte scorsa nuovi attacchi contro "Equitalia".
Due le bombe molotov scagliate a Livorno. Anche su questo è intervenuta la Cancellieri:
"Equitalia" non è la causa del problema, ha detto, ognuno ha il dovere di pagare le
tasse. Si deve temere il ritorno a una stagione di terrorismo? O si può pensare che
possa essere tutto espressione di disagio socio-economico? FrancescaSabatinelli
lo ha chiesto a mons.VincenzoPaglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia:
R. – Credo che
si debba stare tutti attenti ad evitare di creare un brodo di culture di queste cose:
credere che tutto sia legato è sbagliato, anzi è ciò che vogliono coloro che colpiscono
con le armi. Queste persone sono favorevoli a che si sottolinei un disagio e una colpevolezza
del governo. Di questo ne fanno ragione e pescano in questo falso e irresponsabile
modo di confondere tutto. Ecco perché credo che dobbiamo essere intelligenti nel distinguere,
analizzare e anche nel distribuirci le colpe fra tutti, perché è troppo facile puntare
il dito e sparare contro qualcuno. Non dimentichiamo il rischio di guardare la pagliuzza
dell’occhio di qualcun altro, dimenticando la trave che ci riguarda.
D. – Mons.
Paglia, non si contano più i suicidi, in Italia, dall’inizio dell’anno, si sono intensificate
le azioni di violenza contro "Equitalia". Sono queste due facce della stessa medaglia?
Dello stesso problema: italiani che si sentono schiacciati, vessati, dall’azione del
governo?
R. - Non credo, per quel poco che so, che il governo stia vessando:
il governo sta cercando di evitare che il Paese precipitino nel burrone. E’ chiaro
che quando si devono dare gli scossoni, perché la macchina non precipiti, a volte
non si fa troppo caso ai dettagli. Questo va tenuto presente. D’altra parte, credo
che sia importante, proprio per evitare il crollo drammatico del Paese, che debba
crescere la solidarietà tra i cittadini, la creatività tra le diverse istituzioni
sociali, la solidarietà tra chi comunque sente che è importante pensare anche agli
altri. Io non credo che il problema oggi, in Italia, sia la richiesta di tasse eccessive.
Faccio fatica a crederlo. Che sia difficile arrivare alla fine del mese non c’è dubbio,
ma questo anche perché appunto c’è chi purtroppo non paga le tasse. La tenuta del
Paese oggi è il primo bene a cui tutti dobbiamo guardare e, laddove c’è bisogno, chiediamo
a chi governa di articolare meglio e con più attenzione i suoi provvedimenti, ma non
c’è dubbio che dobbiamo anche evitare di lasciarci travolgere da una violenza che
non è frutto semplicemente delle tasse, a volte è anche frutto del fatto che la gente
è più sola, che non si riesce a fare amicizia, che non si cerca di creare situazioni
solidaristiche.
D. - Eccellenza, è un fatto però che la solitudine sia creata
anche dalla situazione economica nella quale ci si trova: pensiamo agli imprenditori
che non ricevono più credito, a chi perde improvvisamente lavoro, persone che forse
si aspettano solidarietà proprio dallo Stato…
R. – Un primo punto è che la
crisi viene anche dal fatto che la solitudine di molti, che sono colpiti dalla crisi,
rende il loro futuro talmente problematico che non hanno la forza, neppure psicologica,
di resistere. Anche i suicidi vanno capiti: spesso si tratta di persone deboli psicologicamente
o comunque abbandonate, e questo è importante sottolinearlo. Ciò vuol dire che dobbiamo
crescere molto nella dimensione solidale. Per quel che riguarda poi "Equitalia", c’è
un problema anche a monte. Quanti pagano le tasse? Non pagare le tasse porta ad uno
squilibrio, che è appunto foriero di violenza. Qualcuno potrebbe dire che le tasse
sono troppo esose, e questo è anche vero, tuttavia, si potrebbero adottare alcune
misure, bisognerebbe inventare qualche meccanismo per vedere in maniera più diretta
e articolata la realtà delle singole attività tassate. D’altra parte è importante
che una rete solidaristica si attivi. Io credo che oggi, per attutire la violenza,
debba crescere la solidarietà. Il governo stesso, per esempio - è successo ieri con
il decreto relativo ai fondi europei - ha portato più di 2 miliardi, per aiutare situazioni
deboli per il Sud. Questo non c’è dubbio che il governo debba farlo, però attenzione
ad evitare la semplificazione di trovare il capro espiatorio - "Equitalia" o il governo
– per giustificare violenze che possono essere evitate in altri modi.