Convegno a Roma sul pensiero del cardinale Jean Danielou
“Finestre aperte sul mistero. Il pensiero di Jean Danielou” è il tema del convegno
organizzato dalla Fraternità di San Carlo Borromeo insieme alla Pontificia Università
della Santa Croce, tenutosi ieri a Roma. Gesuita, teologo e cardinale, fu tra i redattori
della “Dei Verbum” e di “Gaudium et Spes”, e autore di numerosi libri. “Era stato
profetico nel denunciare i drammi del post-Concilio - ha detto mons. Massimo Camisasca,
superiore generale della Fraternità, nell’intervento di apertura - e nella previsione
della crisi della Chiesa europea”. Come riferisce il Sir, l’incontro, nel 50° anniversario
dell’apertura del Concilio Vaticano II, ha rappresentato l’occasione per rileggere
con attenzione le opere di Jean Danielou. “Le persone che lo hanno conosciuto sono
concordi nel testimoniare la sua semplicità, la sua umiltà e il suo ardente amore
di Cristo” ha aggiunto. “L’asse portante del suo pensiero e del suo metodo teologico
può forse essere illustrato dal motto episcopale da lui scelto: la vita come fiume
di acqua che richiama la sorgente, che è il Padre, dal quale ha origine ogni cosa”
ha detto Giulio Maspero, docente di teologia dogmatica alla Pontifica Università della
Santa Croce, che ha tenuto una relazione su “Trinità ed esistenza: un metodo teologico
appreso dai Padri”. Jean Danielou “è affascinato dal ‘fondo dell’essere”, continua,
“espressione che ritorna spesso nei suoi scritti”; “uno sforzo di leggere il mondo
a partire dall’essere”. (G.M.)