Ucraina: Iulia Timoshenko trasferita dal carcere all'ospedale
La leader dell'opposizione ucraina, Iulia Timoshenko, è stata trasferita dal carcere
femminile di Kharkiv all'ospedale cittadino. Ieri, i familiari dell’ex premier avevano
annunciato per queste ore la fine dello sciopero della fame da parte della loro congiunta,
iniziato circa tre settimane fa dopo che la Timoshenko aveva denunciato di essere
stata picchiata in carcere. La donna, accusata di malversazione ed evasione fiscale,
è agli arresti dall’agosto scorso. Per questa vicenda, legata ad accordi sulle forniture
di gas, i suoi legali hanno chiesto di indagare sulla massiccia corruzione praticata
da alti dirigenti ucraini. Intanto, è cresciuta la pressione internazionale su Kiev
riguardo al caso Timoshenko, che ha portato molti Paesi del Vecchio Continente a minacciare
di disertare i prossimi Campionati di calcio "Euro 2012". Il trasferimento dell’ex
premier in ospedale può quindi essere letto come un passo dovuto per le condizioni
di salute della donna o le autorità ucraine puntano a disinnescare la crisi diplomatica
che minaccia gli Europei di calcio? Giada Aquilino lo ha chiesto a Oles
Horodetskyy, presidente dell’Associazione cristiana ucraini in Italia:
R. - Penso che
siano entrambe le cose. Da una parte, lo stato di salute della Timoshenko, le sue
condizioni fisiche sono peggiorate ulteriormente a causa dello sciopero della fame.
Dall’altra parte, il governo deve fare qualcosa per reagire alle proteste europee.
Quindi ritengo che sia stato trovato un compromesso. Inoltre la Timoshenko ha accettato
di curarsi nell’ospedale delle Ferrovie di Stato di Kharkiv, però ad una condizione:
che il medico curante sia un tedesco.
D. - In Ucraina cosa si dice della vicenda
Timoshenko?
R. – Con l’arrivo al potere del presidente Viktor Ianukovich, la
situazione in Ucraina è cambiata, soprattutto nel campo della libertà della parola,
della libertà d’espressione. Poi le persecuzioni politiche nei confronti degli ex
governanti sono evidenti. Il caso Timoshenko è solo la parte visibile dell’iceberg,
ma purtroppo ci sono anche i casi dell’ex ministro dell’Interno, che è stato condannato
a mio parere per niente, e altri casi che riguardano i funzionari del precedente governo.
Quindi purtroppo l’Ucraina, dopo aver guadagnato, durante la "Rivoluzione arancione",
una posizione democratica forte, ora la sta perdendo. Però c’è anche da dire che l’opposizione
è completamente disorientata, distrutta, perché una gran parte dei parlamentari dell’opposizione
è passata al partito di governo.
D. - E la comunità ucraina all’estero che
momento vive?
R. - Purtroppo, dobbiamo constatare il fatto che il governo,
pur di non far vincere l’opposizione, ha tolto anche i nostri diritti di voto, tramite
una decisione della Corte costituzionale risalente all’inizio di aprile: è stato deciso
che gli ucraini che si trovano all’estero non potranno votare come i residenti in
Ucraina. Praticamente avranno solo "mezzo voto": noi potremo votare per le liste politiche,
invece prima c’era la possibilità di votare sia per le liste politiche, sia per i
candidati. In Ucraina invece continueranno ad esserci due possibilità di voto: si
potrà scegliere sia il candidato, sia il partito. Abbiamo quindi iniziato una forte
battaglia per i nostri diritti nelle varie città d’Europa dove viviamo. Personalmente
vorrei rivolgere un appello soprattutto alla società italiana affinché ci aiuti: ad
ottobre ci saranno le elezioni parlamentari, che in qualche modo saranno decisive
per il nostro Paese. Quindi sia per quanto riguarda un monitoraggio internazionale,
sia per difendere i nostri diritti costituzionali invoco una maggiore collaborazione
e una qualsiasi forma di aiuto da parte di tutti.