Allarme della Fondazione Rava: ad Haiti è di nuovo allarme colera
Ad Haiti, mentre procede lentamente la fase di ricostruzione del dopo terremoto del
2010, la popolazione è alle prese con una nuova emergenza: il diffondersi del colera.
A denunciare questo dramma, è padre Rick Frechette della Fondazione "Francesca Rava",
da anni in prima linea a sostegno della popolazione haitiana. Per una testimonianza
al riguardo, Alessandro Gisotti ha intervistato Maria Vittoria Rava,
presidente della Fondazione umanitaria:
R. – La situazione
della ricostruzione è ancora ferma. In questa stagione ci sono le alluvioni, le tempeste
tropicali, che sono i nostri temporali moltiplicati per 100 volte. In questa situazione,
in questi slum, baraccopoli - dove spesso, quando vado in Haiti, passo le mie
giornate insieme alla gente - quando piove le persone devono stare in piedi anche
di notte: non possono sdraiarsi perché il pavimento della loro casa diventa fango.
E proprio in questa stagione di piogge fortissime, purtroppo - proprio in questi giorni
- abbiamo ricevuto l’allarme che è nuovamente scoppiata un’epidemia di colera. Il
colera, purtroppo, non è stato debellato; è diventato da epidemico ad endemico e tuttora
quando il livello dell’acqua si alza e si mischia al livello inquinato dei rivoli,
delle fogne, purtroppo le persone che si abbeverano a queste fontane la cui acqua
– naturalmente – non è filtrata, si infettano. Purtroppo, poi, le poche organizzazioni
che comunque erano rimaste, se ne sono andate e quindi l’afflusso di pazienti al nostro
ospedale “Saint Luc” a Tabarre e anche al centro per la cura del colera, che è stato
costruito poco dopo l’emergenza di un anno e mezzo fa, non riesce a sopportare la
quantità di pazienti che vi si riversano.
D. – Una questione particolarmente
a cuore alla Fondazione è quella delle protesi: come sta andando questo progetto?
R.
– Abbiamo la grande amicizia del Progetto “Cilla per Haiti”. Il progetto della Fondazione,
in particolare, è proprio questo: il fatto di togliere un braccio o una gamba non
è stato un atto dovuto all’inesperienza, è stato l’unico modo per salvare la vita
a molti da cancrene o da infezioni, perché sono arrivati molto in ritardo, dopo l’evento
del terremoto. E tuttora questa officina ortopedica sta funzionando: hanno permesso
a due ragazzi, che si chiamano Junior e James, di venire in Italia già per la seconda
volta – sono tornati in Haiti appena un paio di settimane fa – a fare un corso di
formazione per utilizzare le macchine che sono state donate a questa officina che
sorge proprio all’ospedale “Saint Damien”, grazie ai fondi italiani. L’idea, infatti,
è questa: purtroppo ormai del terremoto non se ne parla più, ma le gambe e le braccia
e gli arti menomati dureranno per sempre, perché un bambino cresce e purtroppo avrà
sempre bisogno di cambiare una protesi. Padre Rick in modo molto lungimirante ci ha
chiesto: “Voi dovete formare i miei ragazzi perché possano in modo indipendente aiutarsi
e aiutare gli altri”.
D. – Come aiutare Haiti e come aiutare la Fondazione
Rava ad aiutare la popolazione di Haiti?
R. – Quello che dico dal cuore, e
lo dico come Maria Vittoria prima ancora che come presidente della Fondazione, è:
"Basta poco"! Ognuno secondo le proprie possibilità: vi assicuro che anche con 10
euro si possono comprare reidratanti per il Centro colera; con 26 euro al mese, che
è meno di un caffè al giorno – chi di noi italiani non prende almeno un caffè al giorno?
– si può aiutare un bambino adottandolo a distanza. I bambini, quelli che sono rimasti
senza famiglia e senza aiuti dopo il terremoto, sono tantissimi e vivono in questo
"Foyer Saint Louis", un orfanotrofio creato per dare loro una famiglia, serenità e
protezione. Si può diventare volontario o prestare la propria opera professionale:
ci sono panettieri, meccanici, ingegneri che vengono giù con noi per dare ciò che
sanno fare. Quindi, l’invito è a collegarsi al nostro sito www.nph.italia.org anche
con tutte le vostre idee, perché così potremo conoscerci personalmente …