Bolivia: i vescovi chiedono di cessare coltivazione di coca e disboscamento
“La coltivazione di coca e il disboscamento devono cessare immediatamente”: è l’appello
della Conferenza episcopale boliviana contro le piantagioni di coca e la dilagante
deforestazione nel Paese sudamericano. Nelle nazioni andine - riferisce l'agenzia
Sir - la coltivazione della coca è soggetta a restrizioni. Ma da alcuni anni il presidente
boliviano Evo Morales caldeggia l’espansione delle piantagioni. “Noi vescovi boliviani
abbiamo voluto scrivere una lettera pastorale in difesa dell’ambiente, della giustizia
e dello sviluppo”, ha detto l’arcivescovo coadiutore di Santa Cruz de la Sierra, mons.
Sergio Alfredo Gualberti, incontrando una delegazione di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
Il testo, intitolato “L’universo, un dono di Dio per la vita”, denuncia inoltre la
grave “perdita di valori spirituali e umani e di quei principi etici e morali che
sono stati e sono parte integrante della nostra identità”. Mons. Gualberti ha riferito
che il governo boliviano è in procinto di approvare nuovi disboscamenti per costruire
un’autostrada nel cuore di una riserva naturale. “La strada arriverebbe fino in Brasile,
distruggendo gran parte dell’Isiboro Secure National Park: una regione riconosciuta
ufficialmente territorio indigeno. L’inevitabile costruzione di strutture lungo il
tracciato autostradale - ha spiegato mons. Gualberti - favorirebbe poi ulteriori deforestazioni
e distruzioni ambientali”. (R.P.)