2012-05-07 14:34:30

Sottovalutare il ruolo della famiglia, un errore di strategia: così, il prof. Cozzi sulle parole del cardinale Bagnasco


La famiglia continua ad essere il presidio che regge il tessuto della società. Lo ha messo in evidenza, ieri, il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco che ha parlato della famiglia, del fatto che la società non deve contribuire a renderla fragile, del lavoro di domenica. Ma anche della necessità di introdurre l’etica nelle leggi dell’economia. Un richiamo è arrivato anche dal cardinale vicario Agostino Vallini. Su questi interventi Debora Donnini ha chiesto un commento a Tommaso Cozzi, docente di etica sociale ed economica all’Ateneo "Regina Apostolorum" e di economia aziendale all’Università di Bari:RealAudioMP3

R. – Credo che, nel sottovalutare il ruolo della famiglia, si stia commettendo un errore che proprio noi economisti definiamo come “errore di prospettiva e di strategia”: se non ricordiamo che la famiglia rappresenta sia l’ambiente naturale in cui si sviluppano equilibrio e stabilità emotiva sia la capacità di aggregazione e di relazione, si tende a costruire una famiglia come un insieme di individui fortemente disgregati sia tra di loro che dal punto di vista interiore.

D. – Il discorso del cardinale Bagnasco si è anche soffermato sull’importanza dell’etica nelle legge dell’economia, richiamandosi a Giuseppe Toniolo. In che senso questo si può fare concretamente? Come portare cioè l’etica nell’economia?

R. – Politiche che sostengano la famiglia diventano importanti non solo per la famiglia stessa, ma per l’intera società civile. Se le famiglie non crescono, se le famiglie non funzionano si bloccano i meccanismi più elementari dell’economia, nel senso che ci si chiede chi consumerà, chi produrrà capitale sociale? Non dimentichiamo che il sistema valoriale – e qui mi ricollego anche al pensiero di Toniolo - e quindi anche il senso morale si apprendono in primo luogo nella famiglia. Da tale orientamento scaturiscano, di conseguenza, anche le scelte effettuate da ciascuna persona nel quotidiano, anche quelle di carattere economico: come spendere il denaro…

D. – Il cardinale Bagnasco ha parlato anche del pericolo dell’antipolitica…

R. – L’antipolitica fa parte di ciò che stiamo vivendo in questo particolare momento storico: l’antipolitica si rivolge anche contro la famiglia, perché nel momento in cui noi utilizziamo il termine “politiche per la famiglia” è evidente che l’antipolitica così come tocca il sistema, per esempio, legislativo, il sistema economico, non può non toccare anche la famiglia.

D. – Ieri, anche il cardinale vicario Agostino Vallini ha chiesto che, benché il governo sia impegnato in un difficilissimo lavoro di risanamento, si compia ogni sforzo presso le parti politiche che lo sostengono in Parlamento per abbattere le spese non necessarie e i privilegi che ancora persistono…

R. – Io credo che un problema evidente sia la necessità di effettuare interventi di tipo economico-finanziario con un attento discernimento. Non si possono tagliare indiscriminatamente le spese e quindi anche quello che è a sostegno alla famiglia e alla persona in quanto tale: penso, ad esempio, al sistema sanitario che sicuramente ha grossi problemi; penso al sistema di welfare che ha sicuramente grossi problemi. Tagliare però in maniera mirata è indispensabile; tagliare indiscriminatamente può sicuramente portare a delle tensioni sociali. Se parallelamente ai tagli massivi che si stanno effettuando, si insiste ulteriormente sulla pressione fiscale si toglie la possibilità alle persone di una prospettiva futura. Quando il cardinale Bagnasco ha affermato, con riferimento per esempio al lavoro domenicale, che viene sacrificata la dinamica di aggregazione, ci ritroviamo non con una famiglia più agiata, ma con delle persone e delle famiglie più agitate: questo senza che poi l’apertura domenicale delle attività economiche dia dei risultati di rilievo.







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