Sottovalutare il ruolo della famiglia, un errore di strategia: così, il prof. Cozzi
sulle parole del cardinale Bagnasco
La famiglia continua ad essere il presidio che regge il tessuto della società. Lo
ha messo in evidenza, ieri, il presidente della Conferenza episcopale italiana, il
cardinale Angelo Bagnasco che ha parlato della famiglia, del fatto che la società
non deve contribuire a renderla fragile, del lavoro di domenica. Ma anche della necessità
di introdurre l’etica nelle leggi dell’economia. Un richiamo è arrivato anche dal
cardinale vicario Agostino Vallini. Su questi interventi Debora Donnini ha
chiesto un commento a Tommaso Cozzi, docente di etica sociale ed economica
all’Ateneo "Regina Apostolorum" e di economia aziendale all’Università di Bari:
R. – Credo che,
nel sottovalutare il ruolo della famiglia, si stia commettendo un errore che proprio
noi economisti definiamo come “errore di prospettiva e di strategia”: se non ricordiamo
che la famiglia rappresenta sia l’ambiente naturale in cui si sviluppano equilibrio
e stabilità emotiva sia la capacità di aggregazione e di relazione, si tende a costruire
una famiglia come un insieme di individui fortemente disgregati sia tra di loro che
dal punto di vista interiore.
D. – Il discorso del cardinale Bagnasco si è
anche soffermato sull’importanza dell’etica nelle legge dell’economia, richiamandosi
a Giuseppe Toniolo. In che senso questo si può fare concretamente? Come portare cioè
l’etica nell’economia?
R. – Politiche che sostengano la famiglia diventano
importanti non solo per la famiglia stessa, ma per l’intera società civile. Se le
famiglie non crescono, se le famiglie non funzionano si bloccano i meccanismi più
elementari dell’economia, nel senso che ci si chiede chi consumerà, chi produrrà capitale
sociale? Non dimentichiamo che il sistema valoriale – e qui mi ricollego anche al
pensiero di Toniolo - e quindi anche il senso morale si apprendono in primo luogo
nella famiglia. Da tale orientamento scaturiscano, di conseguenza, anche le scelte
effettuate da ciascuna persona nel quotidiano, anche quelle di carattere economico:
come spendere il denaro…
D. – Il cardinale Bagnasco ha parlato anche del pericolo
dell’antipolitica…
R. – L’antipolitica fa parte di ciò che stiamo vivendo in
questo particolare momento storico: l’antipolitica si rivolge anche contro la famiglia,
perché nel momento in cui noi utilizziamo il termine “politiche per la famiglia” è
evidente che l’antipolitica così come tocca il sistema, per esempio, legislativo,
il sistema economico, non può non toccare anche la famiglia.
D. – Ieri, anche
il cardinale vicario Agostino Vallini ha chiesto che, benché il governo sia impegnato
in un difficilissimo lavoro di risanamento, si compia ogni sforzo presso le parti
politiche che lo sostengono in Parlamento per abbattere le spese non necessarie e
i privilegi che ancora persistono…
R. – Io credo che un problema evidente sia
la necessità di effettuare interventi di tipo economico-finanziario con un attento
discernimento. Non si possono tagliare indiscriminatamente le spese e quindi anche
quello che è a sostegno alla famiglia e alla persona in quanto tale: penso, ad esempio,
al sistema sanitario che sicuramente ha grossi problemi; penso al sistema di welfare
che ha sicuramente grossi problemi. Tagliare però in maniera mirata è indispensabile;
tagliare indiscriminatamente può sicuramente portare a delle tensioni sociali. Se
parallelamente ai tagli massivi che si stanno effettuando, si insiste ulteriormente
sulla pressione fiscale si toglie la possibilità alle persone di una prospettiva futura.
Quando il cardinale Bagnasco ha affermato, con riferimento per esempio al lavoro domenicale,
che viene sacrificata la dinamica di aggregazione, ci ritroviamo non con una famiglia
più agiata, ma con delle persone e delle famiglie più agitate: questo senza che poi
l’apertura domenicale delle attività economiche dia dei risultati di rilievo.