La crisi economica influenza le elezioni politiche in Grecia: bocciati i grandi partiti
tradizionali
Elezioni politiche, ieri, in Grecia, che – condizionate dalla grave crisi economica
in atto – bocciano i partiti tradizionali e determinano l’enorme vittoria della sinistra
radicale. E per la prima volta, un partito dichiaratamente filo-nazista entra in un
Parlamento europeo. Il servizio è di Salvatore Sabatino:
Le previsioni
della vigilia sono state confermate. I greci, insomma, hanno punito i grandi partiti
tradizionali, Nea Dimokratia e Pasok, rei di aver contribuito a determinare la crisi
economica del Paese e soprattutto di aver appoggiato le misure di austerità concordate
con la comunità internazionale. Di qui l’exploit della sinistra radicale, contraria
a tutto questo, ma favorevole alla permanenza di Atene nell'euro, e dell'estrema destra
xenofoba e filo-nazista, che parla di frontiere minate e misure rigidissime contro
gli immigrati. Un Parlamento, quello uscito dalle urne, estremamente frammentato,
che mette la parola fine al bipartitismo, ma che nei fatti riconsegna il potere nelle
mani proprio dei 2 partiti storici, che insieme conquistano 151 seggi su 300; una
maggioranza risicata, insomma, ma sempre maggioranza, per governare insieme. Commentando
il risultato, il leader del partito socialista Venizelos ha auspicato che all'indomani
del voto si possa formare un “governo di unità nazionale”. Lo stesso ha detto Samaras,
leader di Nea Dimokratia, al quale - se le proiezioni dovessero essere confermate
- il presidente della Repubblica Papoulias darà l'incarico di formare una coalizione
di governo. Tre giorni di lavori politici intensi, in cui si giocherà il futuro della
Grecia.