2012-05-07 08:18:15

Il socialista Hollande nuovo presidente francese, sconfitto Sarkozy


E’ Francois Hollande il nuovo presidente francese. Confermate le previsioni nel ballottaggio di ieri, che ha visto prevalere il leader socialista sul capo di Stato uscente, Nicolas Sarkozy, con il 51.6% delle preferenze. Ad Hollande, che ha subito chiesto di rivedere, all’insegna dello sviluppo, il patto europeo per uscire dalla crisi, sono giunte le congratulazioni del cancelliere tedesco, Angela Merkel, del presidente e del premier italiano, Napolitano e Monti. Commentando l'esito del voto, mons. Bernard Podvin, portavoce della Conferenza episcopale francese, ha espresso la speranza che il presidente Hollande possa realmente avviare un lavoro di coesione, necessario soprattutto su quelle tematiche, come il fine vita o le unioni gay, sulle quali la Chiesa ha sempre esposto chiaramente le proprie posizioni. Da Parigi, ci riferisce Francesca Pierantozzi:RealAudioMP3

Esplode la Place de la Bastille: 31 anni dopo la storica vittoria di Francois Mitterand, un altro presidente socialista arriva all'Eliseo. Francois Hollande ha vinto e diventa il settimo presidente della quinta Repubblica. "Sarò il presidente di tutti": queste le prime parole di Hollande, che ha parlato prima da Tulle, il suo feudo elettorale nel centro della Francia, ed é poi volato a Parigi per abbracciare le 100 mila persone riunite alla Bastiglia. "L'Europa ci guarda", ha aggiunto Hollande, che vuole rinegoziare il patto di bilancio europeo, per ridare all'Europa anche una dimensione di crescita. La prima telefonata al nuovo presidente, dopo quella di Sarkozy, é stata quella della cancelliera tedesca Angela Merkel, che lo ha invitato a Berlino. Hollande si metterà subito a lavoro: l'investitura, probabilmente, sarà anticipata all'11 maggio e poi, subito, ci sarà la formazione del nuovo governo, prima di volare a Berlino e partecipare al vertice informale dell'Unione, a fine mese. Poi al G8 ed al summit della Nato, a Chicago. Tra un mese altre elezioni, quelle politiche, che dovrebbero dare al nuovo presidente una maggioranza di sinistra anche all'Assembée nationale. Nicolas Sarkozy, per il momento, si é tirato fuori dai giochi politici: in un discorso alla Mutualitè, sala del quartiere latino, Sarkozy, commosso, si é assunto tutte le responsabilità della sconfitta. Ha detto di volersi impegnare per il suo Paese, ma in un modo diverso, ed ha rivendicato il suo bilancio all'Eliseo: "Tutte le mie energie", ha detto, "le ho messe per proteggere i francesi".

Hollande avrà ora la forza politica e le capacità per dare nuvo impulso alla Francia? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Luigi Geninazzi, inviato a Parigi per il quotidiano "Avvenire":RealAudioMP3

R. – Lo aspettano delle sfide molto difficili. Si chiude finalmente una lunghissima ed aspra campagna elettorale, che è stata segnata non solo da polemiche ma anche da rotture: una campagna che ha messo in evidenza soprattutto una grande inquietudine, una grande paura, che serpeggiano nell’elettorato francese. Lo si è visto dall’avanzata dell’estrema destra ed anche dell’estrema sinistra. Quindi, è chiaro che il segno di cambiamento che Hollande porta, dovrà essere adesso concretizzato nelle riforme; ed è la cosa più difficile, perché molte promesse che ha fatto - i suoi famosi 60 punti di impegno – esigono, prima di tutto, che a livello dell’economia si taglino le spese pubbliche e questo, per un governo socialista, è qualche cosa che va un po’ contro la sua natura. Insomma, diciamo che ci si aspetta un certo aggiustamento rispetto alle promesse, perché i vincoli sono molti e la crisi si fa sentire anche in Francia. Quindi, vedremo quali saranno le decisioni di Hollande, al di là delle prime misure che ha annunciato, misure abbastanza popolari, forse un po’ demagogiche: ad esempio, vorrebbe bloccare il prezzo della benzina, tagliare il costoso appannaggio dell’Eliseo e altre misure di questo tenore.

D. – Hollande, leader oggi indiscusso in Francia, riuscirà ad essere leader anche in Europa e a mutare l’attuale politica di sacrifici, in politica di investimenti e sviluppo?

R. – Questo è stato detto molto prima delle elezioni e ieri François Hollande l’ha ribadito chiaramente, dicendo che vuole essere una svolta per la Francia, per questo grande Paese dell’Europa, cofondatore e motore della comunità, insieme con la Germania in questi 60 anni di vita della comunità europea. Insomma, Hollande vuole lanciare un segnale perché cambi tutto il continente, in chiave anti-tedesca, o meglio anti Merkel e anti rigore. Sulla piazza della Bastiglia, ieri sera, Hollande alle decine di migliaia di sostenitori ha detto che bisogna finirla con questo mito del rigore. Ma, ovviamente, bisognerà vedere come ora questa promessa si concretizzerà. Lo capiremo già tra pochi giorni, quando, invitato dalla cancelliera Merkel a Berlino, si parlerà del patto di bilancio, che Hollande ha dichiarato di voler ridiscutere, o almeno rettificato dalla Francia, così come da altri Paesi europei.

D. – Uno sguardo ora al candidato sconfitto: con questo risultato Nicolas Sarkozy paga il clima di insoddisfazione imperante che c’è in Francia, ma anche in tutto il continente europeo?

R. – Sì certamente, paga questo clima. Diciamo che la crisi colpisce il governo in carica. Lo abbiamo visto, infatti, in tanti altri Paesi. Su Sarkozy, perché le grandi speranze che lui aveva suscitato cinque anni fa, andando all’Eliseo, sono state un po’ deluse e non tanto perché non sono state fatte delle riforme. In fondo, il governo francese ha saputo reggere meglio di altri Paesi alla crisi, ma un po’ per lo stile della sua persona, per il suo carattere un po’ troppo impulsivo, a volte arrogante, ed è questo che non gli è stato perdonato. Bisogna dare atto a Sarkozy, però, che ieri sera è uscito di scena con grande dignità, quando ha parlato pochi minuti dopo le otto, già si conosceva il verdetto, che poi alla fine è risultato molto stretto. Nicolas Sarkozy, è uscito con grande dignità, assumendosi tutta la responsabilità della sconfitta, ma soprattutto ha invitato i suoi sostenitori ad avere rispetto del nuovo presidente: Hollande non è più un avversario, ma adesso è il èresidente della Repubblica e quindi di tutti i francesi, e Sarkozy ha detto che tornerà ad essere un francese in mezzo agli altri, cioè ha annunciato praticamente che lascerà la vita politica.

D. – Guardando anche al risultato delle elezioni in Grecia e in attesa dell’esito delle amministrative italiane, quale segnale sta arrivando dai cittadini europei?

R. – Un segnale di grande scontento, ma anche confusione, nel senso che non è molto chiaro che cosa bisogna fare. Certo, ormai tutti – dal presidente della Bce, Mario Draghi, fino all’ultimo cittadino d’Europa – capiscono che la cura che è stata tentata davanti alla crisi globale, che colpisce ormai non più solo le finanze, ma anche la vita quotidiana di ognuno improntata solo al rigore, alle tasse ed ai tagli, non va più bene. Questo orami lo dicono dal nostro capo di governo, a tutti gli altri e Hollande l’ha detto in modo chiaro, in modo onesto, in modo forte: sta qui un po’ il segreto del suo successo. Ora bisognerà che l’Europa si ritrovi unita, al di là delle inevitabili polemiche in campagna elettorale e si pensi davvero a coniugare il risanamento con il rilancio.

D. – Dovremo aspettarci un ammorbidimento delle “misure draconiane” finora adottate?

R. – Un ammorbidimento? Non lo so; bisognerebbe aspettarsi che finalmente queste misure per la crescita, che finora sono state indicate un po’ troppo genericamente, diventino realtà: passino dalle parole ai fatti, e qui ovviamente è la sfida più difficile. Hollande, dalla sua, ha fatto tante promesse e bisognerà vedere se riuscirà a coniugare il risanamento con il rilancio, perché altrimenti è chiaro che la situazione – non solo economica, ma anche la demoralizzazione del nostro continente – purtroppo si aggraverà.







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