I flussi migratori descritti in un Atlante mondiale. Intervista con l'autrice
Cambiano i fenomeni migratori: con la crisi crescono gli emigranti dall’Europa. E’
uno dei dati che emergono dal nuovo Atlante mondiale delle migrazioni, edito per la
prima volta in italiano da Vallardi. Un altro elemento che emerge è che praticamente
tutti i Paesi del mondo risultano interessati dalle migrazioni in un modo e in un
altro. Su 6 miliardi di persone, i migranti sono 200 milioni. Delle caratteristiche
a livello mondiale del fenomeno, e delle false convinzioni sul tema, Fausta Speranza
ha parlato con l’autrice dell’Atlante, Catherine Wihtol De Wenden, docente
in varie università europee tra cui La Sapienza di Roma:
R. – Negli ultimi
dieci anni, stiamo attraversando la seconda più grande ondata migratoria che i tempi
contemporanei abbiano conosciuto. La prima ondata c’è stata tra il 1870 e il 1930.
Durante questi ultimi dieci anni, abbiamo avuto una crescita dei flussi migratori
molto importante, perché dieci anni fa avevamo circa 120 milioni di migranti. Adesso,
ne abbiamo quasi il doppio, cioè più di 200 milioni di migranti internazionali. Questo
è molto importante. L’altro fenomeno molto importante è che quasi tutte le regioni
del mondo sono coinvolte, anche l’Europa, perché dieci anni fa potevamo individuare
circa 20 Paesi da cui partivano emigranti e altri 20 Paesi di immigrazione, mentre
adesso quasi tutti i Paesi del mondo sono interessati in un modo o in un altro al
fenomeno migratorio.
D. – In particolare, con la crisi che cambiamenti si
registrano?
R. – Una nuova migrazione di nuovi profili. Perché emigrano anche
gli europei che hanno fatto, nella maggior parte dei casi, l’università e hanno un
livello alto di conoscenza e anche di esperienza professionale. Dunque, questi nuovi
movimenti vanno sempre verso certi Paesi europei come l’Inghilterra, ma anche verso
il sud. Ad esempio, portoghesi e spagnoli vanno verso l’America Latina, gli inglesi
vanno in Australia, i turchi diventati tedeschi, cioè figli di immigrati, tornano
di nuovo verso Istanbul. Dunque, c’è una nuova tendenza di flussi Nord-Sud che si
sviluppa nei Paesi del sud e non solo nel Mediterraneo del nord e Mediterraneo del
sud, ma anche in Brasile, in Messico, in India e nel Sudest asiatico.
D. –
Un Atlante aiuta senz’altro a comprendere meglio il fenomeno migratorio di cui si
parla tanto, ma se ne sa poco in realtà. Ci sono false convinzioni da sfatare?
R.
– Certamente. La maggior parte dei Paesi del nord pensano che sono i soli ad incontrare
i flussi migratori. Invece c’è sempre più migrazione Sud-Sud: i Paesi del Sud sono
Paesi di nuove migrazioni. Adesso, i flussi del Sud verso il Sud sono quasi lo stesso
numero di quelli verso il Nord. L’idea che solo il Nord sia incluso in questa mobilità
è totalmente falsa. L’altra idea totalmente falsa è che ci sono solo Paesi ricchi
al Nord e poveri al Sud. In realtà, alcuni Paesi del Sud attraggono molti migranti
perché offrono opportunità. In particolare, i Paesi del Golfo Persico e adesso anche
Paesi emergenti come il Brasile, la Russia, la Cina, l’India sono anche diventati
Paesi di arrivo.