Francia e Grecia alle urne: il voto di Atene preoccupa l’Europa
Presidenziali in Francia, politiche in Grecia per un appuntamento elettorale che potrebbe
cambiare gli equilibri nell’Ue, condizionando le scelte per uscire dalla crisi e rilanciare
la crescita. In Francia, dove le urne si chiuderanno alle 20, i riflettori sono puntati
soprattutto sulla sfida tra Nicolas Sarkozy e Francois Hollande, quest’ultimo ancora
favorito nei sondaggi e vincitore di misura al primo turno. I due contendenti all’Eliseo
hanno già dato prova di visioni assai diverse dell’Europa, con il presidente uscente
intenzionato a mantenere l’asse franco-tedesco e il candidato della gauche pronto
a ridimensionarlo. Per non parlare del Fiscal Compact, il patto di bilancio sottoscritto
da 25 Paesi Ue, tra cui la Francia, che Hollande si è detto pronto a rinegoziare,
suscitando la dura reazione di Berlino. Leggermente in calo rispetto al 2007 l’affluenza
alle urne che alle 12 si è attestata intorno al 30 per cento. Cruciale anche la tornata
in Grecia, alle prese con le elezioni politiche anticipate, vero e proprio banco di
prova per l’austerity varata dal premier tecnico Lucas Papademos e per rinsaldare
la fiducia dell’Ue verso Atene. Secondo le ultime rilevazioni è in testa il partito
di centrodestra Nea Dimocratica di Antonis Samaras seguito dai socialisti del Pasok
di Evanghelos Venizelos, anche se le due formazioni potrebbero essere costrette a
pensare ad una grossa coalizione. Si vota fino alle 19, 9,9 milioni gli aventi diritto
chiamati ad esprimere il loro consenso. Ma il vero interrogativo riguarda il voto
di protesta, che potrebbe travolgere i già fragili equilibri politici con pesanti
effetti sui mercati europei. (C.S)