Giappone: spento l’ultimo reattore nucleare dopo il disastro di Fukushima
Dopo il disastro causato dal terremoto e dallo tusnami dell’11 marzo 2011, il Giappone
chiude definitivamente l’esperienza dell’energia nucleare ad uso civile. Oggi è stata
avviata la procedura di arresto del reattore n. 3 della centrale di Tomari, l’ultimo
ancora operativo dei 54 che fornivano energia a tutto il Paese. Le strutture atomiche
sono state progressivamente disattivate dopo il guasto alla centrale di Fukushima.
Il servizio di Giancarlo La Vella:
L’incubo vissuto
l’11 marzo 2011 e nei giorni seguenti ha lasciato il segno. Dopo 42 anni, da stasera
il Paese del Sol Levante non utilizzerà più energia elettrica derivante dall’atomo.
L’inquinamento nucleare, causato dai guasti alla centrale di Fukushima, a seguito
del terremoto e dello tsunami dell’anno scorso, ha inferto un duro colpo alle politiche
energetiche nipponiche basate sino ad allora totalmente sul nucleare. La perdita di
radiazioni e le evacuazioni di massa, in quello che è stato il più grande incidente
nucleare dopo la catastrofe di Chernobyl nel 1986, hanno moltiplicato le paure nell'opinione
pubblica giapponese sulla tenuta delle strutture. Tutte, sia quelle danneggiate, che
quelle integre, dopo i severi controlli del caso, non sono più state riattivate, proprio
a seguito delle forti resistenze delle comunità locali. Decine di migliaia le persone
che stanno manifestando oggi in tutto il Paese al grido di “Mai più Fukushima”, affinché
non si torni più indietro, a causa dei dubbi sulla sicurezza dei siti. Forti gli interrogativi
su quale politica energetica avvierà adesso il Giappone: se quella tradizionale basata
sulle centrali a combustibile fossile o sulle energie alternative rinnovabili. Di
sicuro la potenza mondiale non si farà trovare impreparata su scelte anche draconiane
da adottare nell’immediato.