2012-05-04 14:23:03

Jesuit Social Network: tagliare la spesa sociale non promuove lo sviluppo


Investire sui diritti per promuovere lo sviluppo e ripensare il Welfare tra giustizia e crescita effettiva: da questo assunto parte il volume “Diritti in costruzione” edito da Mondadori e realizzato dal JSN-Jesuit Social Network, la rete delle attività in campo sociale della Compagnia di Gesù, in Italia. Un’analisi trasversale frutto dell’interazione diretta tra ricercatori e quelle fasce di popolazione più colpite dai tagli alla spesa per la protezione sociale. A seguire la presentazione della ricerca, presso la sede della nostra emittente, c’era per noi Cecilia Seppia:RealAudioMP3

In tempo di crisi i governi tirano la cinghia, limitano le spese, anche quelle destinate ai servizi di Welfare, al sistema previdenziale, dimenticando che non c’è sviluppo né crescita lì dove non si investe sui diritti e che durante l’emergenza è importante non solo esserci ma farsi prossimi e dar voce ai più vulnerabili ai bisognosi, a chi rischia di vedere mortificata la propria dignità: è questo, in sintesi, il pensiero di padre Giacomo Costa curatore del volume e direttore della rivista dei Gesuiti “Aggiornamenti sociali”:

“Ripartire dai diritti non vuol dire sottrarre risorse a uno sviluppo del Paese, come solitamente si dice. L’immagine che si usa è quella del buco nero: la spesa sociale è quella che assorbe tutte le risorse e le toglie a quello che potrebbe essere invece il Paese attivo, creativo e vivace. Invece no, è proprio investendo in questi diritti che si promuove lo sviluppo. C’è tutto un lavoro culturale, di cultura del Welfare, che è previo e senza il quale è inutile poi concretamente arrivare alla definizione dei livelli di assistenza”.

Il risparmio sul sociale, inoltre come dimostrano i dati Eurostat non contribuisce ad una soluzione della crisi anzi aumenta il disagio, la disuguaglianza ma non solo, nel medio periodo genera danni molto più grandi. Floriana Cerniglia, tra gli autori del volume, docente di Economia all' Università di Milano Bicocca:

“Esiste un’ampia evidenza empirica internazionale che dimostra che laddove le spese sociali sono più basse, più bassi sono i tassi di natalità e più basso è il tasso di occupazione femminile. Ovviamente, questo ha un impatto negativo nella crescita nel medio periodo”.

Con questo contributo il JSN vuole offrire al Legislatore uno strumento valido per la definizione di norme più adeguate, ma vuole anche accompagnare tutti i soggetti pubblici e privati che partecipano al processo di programmazione e attuazione delle politiche sociali, verso sentieri condivisi. Padre Alberto Remondini, presidente del JSN Italia Onlus:

“L’obiettivo è proprio quello di promuovere una riflessione ulteriore, un pensiero più raffinato e coerente vicino alle grandi tematiche della giustizia sociale, collegato proprio alle persone in difficoltà. Il nostro modo di procedere con le persone in difficoltà non è tanto quello di fare qualcosa per le persone in difficoltà ma di entrare in relazione profonda per ripensare noi stessi in relazione ai problemi, quindi anche rielaborare e intervenire sull’orizzonte culturale della nostra società nella quale si producono e da cui partono le azioni, le scelte concrete”.

Il testo parte da storie vere, è scritto avendo di fronte agli occhi le realtà di coloro che il JSN accompagna quotidianamente: anziani, minori disagiati, stranieri, famiglie povere, disoccupati e parte da una considerazione fondamentale: non si possono fare passi avanti nella definizione dei diritti essenziali di assistenza sociale senza riuscire a coniugare il servizio della fede e la promozione della giustizia. Padre Carlo Casalone, provinciale dei Gesuiti d’Italia:

“Qui si delinea il compito che hanno i credenti, cioè di fare in modo che la fede sia capace di ispirare un agire che non è solo personale ma è anche un agire a livello istituzionale e politico, cioè inteso al bene comune, che compia azioni che possano valere per tutti, che non possano essere immediatamente dedotte dagli articoli della fede, ma che sono ispirate internamente dalla fede e poi declinate in un linguaggio che è comprensibile per tutti, che mediamente è il linguaggio della antropologia, della qualità delle relazioni, degli stili di vita e della qualità, dell’impegno che ciascuno ha nelle istituzioni e nell’orientamento delle istituzioni al bene comune e alla convivenza, non negli interessi particolari. Pensa che questa ricerca abbia la forza di lasciarsi ispirare dalla fede ma di esprimersi in modalità che sono comprensibili e argomentabili da parte di tutti e quindi possano entrare nel dibattito pubblico e in questo modo entrare nel circuito della costruzione democratica e quindi anche nella produzione delle leggi”.







All the contents on this site are copyrighted ©.