"Giustizia e Pace" e GreenAccord sulla tutela dell'acqua: è un diritto di tutti
Un bene comune universale da tutelare a ogni costo e da garantire a tutti, soprattutto
alle popolazioni dei Paesi più poveri. E’ l’acqua il tema principale della tavola
rotonda che si è svolta a Roma su “Acqua elemento essenziale della vita”. E durante
l’incontro, organizzato dall’Associazione GreenAccord Onlus e dal Pontificio Consiglio
Giustizia e Pace, si è riflettuto sulla nota della Santa Sede in occasione del Forum
mondiale sull’acqua. Il servizio di Marina Tomarro:
Un’occasione
per capire perché le conclusioni del sesto Forum mondiale sull’acqua, dello scorso
marzo a Marsiglia, non abbiano superato la visione mercantilistica sulle risorse idriche,
bene comune invece da tutelare. Andrea Masullo, presidente del comitato scientifico
di GreenAccord:
“Viviamo in un sistema economico estremamente proteso al
mercantilismo, all’utilitarismo e al profitto. Un bene come l’acqua, proprio per la
sua essenzialità, è anche un potenziale produttore di alti profitti: tutti questi
interessi, insieme a attenzioni di principio verso una gestione pubblica, sono presenti
nel World Water Forum. Noi auspichiamo che da questo confronto, tra interessi pubblici
e interessi privati, a perdere non sia l’uomo.
E all’incontro era presente
anche mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.
Il suo commento:
R. - L’acqua è un elemento essenziale per la vita e questo
per diverse ragioni e non solo per una, certamente. Oggi, è necessario in particolare
non solo la sensibilizzazione da parte dei movimenti della società civile: non c’è
solo bisogno di mobilitare le istituzioni culturali e educative, ma c’è in modo particolare
la necessità di creare delle istituzioni soprattutto a livello internazionale che
consentano una governance, affinché il diritto all’acqua potabile sia un diritto
di tutti e sia resa accessibile a tutti quelli che ne hanno bisogno, alle popolazioni
più povere che ne sono più sprovviste.
D. - Quale deve essere il ruolo dei
cristiani per preservare maggiormente l’acqua come bene comune?
R. - I cristiani
devono avere anzitutto il ruolo dei credenti e il ruolo degli onesti cittadini: il
ruolo delle persone che, assieme ad altre, si impegnano a trovare le soluzioni efficaci
per le quali è necessaria una mobilitazione generale sul piano dell’educazione, sul
piano organizzativo, incitando anche la classe politica a non arretrare, a non diminuire
la sua responsabilità delegando troppo facilmente la gestione dell’acqua a soluzioni
privatistiche, affinché questo bene - seppure può essere gestito con forme pubbliche
e private - non venga lasciato solo ai privati.