Giornata nazionale contro la pedofilia. Ministro Severino: "Le leggi non bastano,
occorre più prevenzione"
Porre in atto strategie di intervento sempre più incisive. Lo chiede alle istituzioni
e alle forze dell’ordine il capo dello Stato Napolitano nel messaggio inviato alla
Fondazione Barbareschi promotrice della odierna quarta giornata nazionale contro la
pedofilia e la pedopornografia. In mattinata un incontro alla Camera tra esponenti
del governo e rappresentanti di diversi settori sociali e ecclesiastici impegnati
in materia, ha portato alla luce quanto occorre ancora fare a livello legislativo,preventivo
e formativo. A seguirlo per noi Gabriella Ceraso:
E’ dovere
morale proteggere l'infanzia, ma le leggi da sole non bastano. Lo dice il ministro
della Giustizia, Paola Severino che, alla Camera, fa una disamina dell'apparato
normativo italiano, che definisce forte e all'avanguardia, ma le priorità sono ora:
contrastare il fenomeno, facendo fronte comune; vigilare in primis sulla programmazione
tv e poi accelerare sulla prevenzione. Quindi il ministro lancia lo studio, al vaglio
del governo, di un tribunale della famiglia:
“E’ un tribunale specializzato
nei problemi che possono riguardare sia l’aspetto matrimoniale, sia l’aspetto dei
rapporti genitori-figli. Mi è sembrato, quindi, importante - visto che farò questa
visita a New York - verificare, laddove già il tribunale della famiglia è stato sperimentato,
come ha funzionato e come funziona e se possa essere un mezzo per rendere più efficace
l’intervento dello Stato sui problemi della famiglia. Spero di ritornare con una percezione
del tema più approfondita”.
Il problema della prevenzione a fronte di
un apparato investigativo sempre più perfezionato - sottolinea il sottosegretario
all’Interno, Carlo De Stefano - è legato anche alla ancora scarsa formazione degli
ambienti più prossimi ai bambini come famiglia, Chiesa e scuola. Rosa Musto
del ministero della Pubblica istruzione:
“In questo quadro la scuola ha
le azioni di prevenzione, anzitutto: formazione per i docenti e per i genitori per
riconoscere - specie online - questi fenomeni. Poi c’è l’ascolto, che è molto importante
per la prevenzione e c’è un discorso di lavoro interistituzionale quando si creano
delle situazioni di fatto… quindi le scuole sono sempre attrezzate e sensibili”.
Citati nella discussione anche i progetti pilota di reinserimento e sostegno
ai bambini abusati, che sta avviando il ministero delle Pari Opportunità, mentre dal
Garante per l’infanzia e l’adolescenza arriva una strigliata al governo: si chiede
subito un gesto concreto perché non si cada nella retorica, la ratifica della "Convenzione
di Lanzarote” ferma in Senato. Il garante Vincenzo Spadafora:
“In
queste ore sto facendo pressione sul presidente del Senato affinché possa, a sua volta
anche, insistere sulle Commissioni. E’ importante perché inasprisce le pene e soprattutto
perché consente al nostro Paese di stare alla pari con altri Paesi europei che hanno
una normativa più avanza, sotto certi aspetti. Al di là della “Convenzione di Lanzarote”
resta poi il problema dell’applicazione e questo lo dico soprattutto in riferimento
ai numerosi tagli che ci sono. C’è una non coerenza tra le leggi e poi i mezzi che
vengono messi a disposizione per poterle applicare e i fondi che vengono messi a disposizione.
E’ chiaro che è un momento difficile, è un momento di crisi, ma speriamo che a pagarla
non siano soltanto i bambini! E’ dimostrato dai fatti che in quelle regioni che negli
anni passati hanno investito nelle politiche per l’infanzia e l’adolescenza - in termini
di servizi sanitari, in termini di servizi scolastici - oggi hanno una qualità di
vita migliore. Investire oggi sui bambini e sugli adolescenti significa creare le
condizioni per avere fra 10 anni un Paesi diverso da quello che oggi abbiamo”.