Rns a Rimini. Martinez: lo Spirito Santo non è in recessione, la gente ha sete di
Dio
Si è conclusa ieri a Rimini la 35.ma Convocazione nazionale del Rinnovamento nello
Spirito, in occasione dei suoi 40 anni di vita in Italia. Il tema della convocazione,
che ha visto alternarsi momenti di preghiera comunitaria, testimonianze e celebrazioni
eucaristiche, è stato “Nello Spirito gridiamo: Gesù è il Signore”. Oltre 23 mila le
persone che hanno partecipato. “La gente ha voglia di Dio” sono parole del presidente
nazionale del Movimento, Salvatore Martinez, intervistato da Gina Maradei:
R. – Qui a Rimini,
le tantissime persone che si sono rese presenti nel tempo della crisi, ci dicono non
solo che non è in recessione lo Spirito Santo, ma che la gente ha voglia di Dio e
dove c’è Dio là c’è il futuro. Il futuro germoglia nel presente, quando si ritrova
la gioia di confessare la fede, quando si coglie che questa fede include ogni attività
umana e diventa motore, dinamismo. Non dimentichiamo ciò che Benedetto XVI ebbe a
ricordare, in occasione degli auguri alla Curia romana, il 21 dicembre scorso, cioè
che si assiste in Europa - e direi anche in Italia – ad una sorta di tedio della fede.
Siamo nel tempo di Pasqua, verso la Pentecoste, questa assemblea a Rimini è davvero
un preludio, un anticipo di questa resurrezione di Dio nei cuori. Non basta dire che
Gesù è risorto, che Gesù è il Signore, che Gesù è vivo, se tutto questo poi non avviene
nella vita della gente, se non lo si sperimenta nel cuore. D. – Quali le prospettive
di rinnovamento, guardando soprattutto alle giovani generazioni? R. – Vogliamo
coinvolgere i giovani, intanto, in una rilettura creativa dei dieci comandamenti.
Nelle principali piazze d’Italia, delle aree metropolitane, rileggeremo i comandamenti,
perché vivere in una civiltà, in una società implica l’accettazione delle regole di
vita. Gli uomini stanno smettendo l’arte di vivere e bisogna farlo con i giovani.
Poi, ai giovani bisogna dare luoghi nei quali fare esperienza di Dio. I nostri gruppi,
le nostre comunità sono 1900 in Italia e vogliono essere ancora più aperte ai bisogni
del nostro tempo. I giovani chiedono ascolto, i giovani vogliono parlare con Dio e
ascoltare Dio. Questo è l’elemento fondante, fondamentale, della nuova evangelizzazione.
Benedetto XVI lo ha ricordato nell’ottobre scorso: non si può parlare agli uomini
di Dio, se non si parla a Dio. Vogliamo recuperare il linguaggio spirituale così desiderato
dai nostri giovani e siamo certi che se sapranno imparare la lingua di Dio, sapranno
parlare poi anche le lingue degli uomini.
D. – Nel suo intervento conclusivo
ha parlato anche di questo bisogno di continuare a desiderare carismi. C’è in questo
senso, quindi, anche un’urgenza per quel che riguarda le vocazioni? R. – Direi
che questa è la grande novità del cristianesimo, cioè la Pentecoste indica in modo
evidente che da soli non ce la facciamo. Ecco allora i carismi; sono questi interventi
provvidenziali di Dio, che capacitano l’uomo, che rendono il debole forte, il povero
ricco, il muto capace di parlare. Non dimentichiamo che il Concilio si apre e si chiude
con questa prospettiva: è l’invocazione di una nuova pioggia di carismi, per rendere
intanto più bella la Chiesa, più attraente, e soprattutto capace di imporsi a questo
nostro mondo. Pertanto la spiritualità dei carismi, la ricerca dei carismi, è funzionale
alla diffusione del Vangelo e anche alla tenuta, allo sviluppo della vita della Chiesa.
Tutta l’attività del Rinnovamento nello Spirito è fondata su questa riscoperta e su
questa ministerialità. La vita missionaria presuppone la riscoperta di una vocazione,
la riscoperta di un carisma e in tutte le direzioni. Quindi, non c’è missione se non
c’è carisma e non c’è espansione e diffusione del Vangelo se non attraverso lo Spirito
Santo, che ci rende idonei con questi suoi doni.