2012-05-02 13:31:37

La disoccupazione sale nella Ue. Quasi il 36% dei giovani italiani è senza lavoro


E' ancora in crescita il numero dei disoccupati in Europa: il dato calcolato da Eurostat per il mese di marzo segnala un tasso del 10,9% nell'Eurozona, contro il 10,8% in febbraio. Per la Commissione Ue i dati confermano che occorre riformare il mercato del lavoro. Critica anche la situazione dell’Italia, il tasso di chi non ha un’occupazione è salito 9,8%, ai massimi dal 2004. Secondo l’economista Carlo Dell’Aringa - intervistato da Alessandro Guarasci - per l’Italia però ci sono due fattori che vanno considerati:RealAudioMP3

R. – Il primo è il Paese che forse ha segnato l’incremento maggiore del tasso di disoccupazione tra i Paesi europei, tranne forse il caso della Spagna, da quando c’è stata la crisi. E la seconda considerazione è che c’è una quota consistente di persone in età lavorativa che non partecipano al mercato del lavoro, cioè che non è né occupata né disoccupata, ma disponibile a lavorare. Se noi dovessimo includere anche questi nel nostro tasso di disoccupazione, raggiungeremmo e forse sorpasseremmo la media europea e saremmo ormai ad una disoccupazione a due cifre.

D. – Ormai, i giovani senza lavoro arrivano quasi al 36 per cento: vuol dire che le riforme degli anni precedenti hanno esaurito i loro effetti?

R. – Le riforme del mercato del lavoro non riescono a compensare completamente gli effetti negativi di una recessione così violenta come quella a cui noi stiamo assistendo.

D. – Ma non sarà anche che c’è uno scarso incrocio domanda-offerta? Perché, poi, le Camere di commercio ci dicono che c’è tutta una serie di figure professionali che rimane senza lavoratori …

R. – Dovremmo cercare di rafforzare l’offerta formativa nel campo tecnico e professionale nel mondo delle piccole imprese e dell’artigianato, che sarebbe in grado – se opportunamente sostenuto anche con aiuti finanziari – di far sì che queste figure lavorative, che ora vengono coperte essenzialmente da lavoratori immigrati, una volta riempite e arricchite di contenuto professionale, queste richieste di lavoro possano essere rivolte anche ai giovani italiani.







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