La disoccupazione sale nella Ue. Quasi il 36% dei giovani italiani è senza lavoro
E' ancora in crescita il numero dei disoccupati in Europa: il dato calcolato da Eurostat
per il mese di marzo segnala un tasso del 10,9% nell'Eurozona, contro il 10,8% in
febbraio. Per la Commissione Ue i dati confermano che occorre riformare il mercato
del lavoro. Critica anche la situazione dell’Italia, il tasso di chi non ha un’occupazione
è salito 9,8%, ai massimi dal 2004. Secondo l’economista Carlo Dell’Aringa
- intervistato da Alessandro Guarasci - per l’Italia però ci sono due fattori
che vanno considerati:
R. – Il primo
è il Paese che forse ha segnato l’incremento maggiore del tasso di disoccupazione
tra i Paesi europei, tranne forse il caso della Spagna, da quando c’è stata la crisi.
E la seconda considerazione è che c’è una quota consistente di persone in età lavorativa
che non partecipano al mercato del lavoro, cioè che non è né occupata né disoccupata,
ma disponibile a lavorare. Se noi dovessimo includere anche questi nel nostro tasso
di disoccupazione, raggiungeremmo e forse sorpasseremmo la media europea e saremmo
ormai ad una disoccupazione a due cifre.
D. – Ormai, i giovani senza lavoro
arrivano quasi al 36 per cento: vuol dire che le riforme degli anni precedenti hanno
esaurito i loro effetti?
R. – Le riforme del mercato del lavoro non riescono
a compensare completamente gli effetti negativi di una recessione così violenta come
quella a cui noi stiamo assistendo.
D. – Ma non sarà anche che c’è uno scarso
incrocio domanda-offerta? Perché, poi, le Camere di commercio ci dicono che c’è tutta
una serie di figure professionali che rimane senza lavoratori …
R. – Dovremmo
cercare di rafforzare l’offerta formativa nel campo tecnico e professionale nel mondo
delle piccole imprese e dell’artigianato, che sarebbe in grado – se opportunamente
sostenuto anche con aiuti finanziari – di far sì che queste figure lavorative, che
ora vengono coperte essenzialmente da lavoratori immigrati, una volta riempite e arricchite
di contenuto professionale, queste richieste di lavoro possano essere rivolte anche
ai giovani italiani.