2012-05-02 14:24:16

Il cardinale Bagnasco: la vecchia Europa ha bisogno di riscoprire dai giovani la gioia della fede


''Non fatevi intimorire dagli slogan, non fatevi ingannare dalla dittatura della non-cultura, come se rinunciare ad una propria identità culturale fosse la condizione per una convivenza plurale, aperta e tollerante.” Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nell'omelia pronunciata ieri a Roma, a conclusione del secondo Incontro Europeo degli Universitari. Sull’importanza di questo evento ascoltiamo il porporato al microfono di Marina Tomarro:RealAudioMP3

R. - Mi sembra importante per due motivi: innanzi tutto perché incontri tra le diverse nazioni, in questo caso tra i Paesi dell’Europa, contribuiscono a quel cammino di comunione, di conoscenza reciproca, e quindi di collaborazione, anche in prospettiva, di cui si ha assolutamente bisogno; l’Europa o cammina dentro a queste reti di rapporti, di riconoscenza, di fiducia che si coltivano attraverso tante occasioni, oppure a che cosa si affida? Secondo motivo, perché questi simposi a livello dei giovani, e dei giovani intellettuali, che un domani avranno certamente delle responsabilità non piccole nei vari campi della scienza, della società, della politica, evidentemente, fanno ben sperare.

D. - Quanto è importante il contributo dei giovani, nella nuova evangelizzazione della Chiesa?

R. - È importantissimo, perché - come ricorda Benedetto XVI - la vecchia Europa, ha bisogno di riscoprire la gioia della fede. La fede deve essere vissuta come una fortuna, come una grazia che Dio ci fa, e che è veramente la sorgente del nostro vivere, del nostro esistere, è la nostra speranza. Quindi, la testimonianza deve essere una testimonianza di gioia, come l’esperienza di Madrid - la Giornata mondiale della gioventù, alla quale hanno preso parte due milioni e più di giovani - ha dimostrato. Ma anche in tanti altri Paesi come l’Africa, dove il Santo Padre si è recato recentemente e dove si vivono situazioni sociologiche, politiche, economiche estremamente pesanti, anche di illiberalità religiosa, tuttavia c’è la testimonianza di una fede gioiosa. Ecco, l’Europa ha bisogno di questo e i giovani, sicuramente per la loro età e anche per la loro libertà interiore, liberi da schemi, da ideologie da pre-comprensioni e da interessi individuali, possono avere più di altri.

D. - D’altro canto la Chiesa, in che modo, può incoraggiare i giovani a non abbattersi di fronte alle difficoltà attuali?

R. - Cristo è la nostra speranza, quindi è la ragione del nostro guardare al futuro con fiducia. Se i cristiani non hanno questo atteggiamento verso la vita, un atteggiamento positivo e propositivo, chi altri più di loro, meglio di loro e insieme a tanti altri? Quindi la Chiesa accompagna la vita degli uomini, è vicina, anzi vicinissima alla gente, tramite i parroci, i sacerdoti, i nostri vescovi, le diocesi. Questa vicinanza sostiene la gente nelle loro vicende quotidiane, liete, gioiose, e a volte di sofferenza e di dolore. Questa vicinanza, una vicinanza religiosa, pastorale è il modo precipuo, particolare, specifico, con cui la Chiesa sostiene e accompagna il modo presente.







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