Myanmar: appello del vescovo di Banmaw per le minoranze etniche
La Chiesa birmana torna a indicare come priorità per il Paese la pace e la riconciliazione
con le minoranze etniche. Mons. Raymond Sumlut Gam, vescovo di Banmaw, nel Nord del
Paese, dove è ancora in corso il conflitto con i ribelli di etnia kachin, dice in
un messaggio all’agenzia Fides: “Le operazioni militari delle truppe governative continuano.
Il numero degli sfollati interni è aumentato fino a circa 70mila, e 40mila si trovano
nella diocesi di Banmaw”. Il presule, di ritorno da una visita ai campi profughi,
informa che questi "sono per il 95% cristiani". "La maggior parte degli sfollati -
aggiunge - sono donne e bambini e circa 8.900 di loro sono al di sotto dei 15 anni".
Oltre 20 scuole nei villaggi remoti sono state chiuse, a causa degli scontri. Abbiamo
creato in alcuni campi scuole elementari provvisorie sotto le tende. Ma vi è carenza
di insegnanti e di materiale per l'istruzione scolastica”, conclude il messaggio di
mons. Sumlut Gam. Nella diocesi di Banmaw vi sono 13 parrocchie con circa 29.000 cattolici
su una popolazione civile di circa 400mila abitanti. Numerose parrocchie sono fortemente
colpite dalla guerra civile e i profughi delle campagne continuano a fuggire verso
le città. Attualmente, la Caritas di Banmaw, con l’opera instancabile di sacerdoti,
religiosi e catechisti, sta aiutando circa 13.500 sfollati interni in diversi campi
temporanei. “Gli aiuti umanitari – spiega il Vescovo – vengono da generosi benefattori.
Servono tende, vestiti caldi, cibo, medicine, ma oltre al sostentamento forniamo la
cura pastorale e l'assistenza spirituale”. Mons. Sumlut Gam lancia un appello alla
Chiesa universale perché “preghi e sostenga le vittime della guerra civile nello stato
di Kachin e perché si adoperi per la pace e la riconciliazione”. Sebbene il Presidente
del Myanmar, Thein Sein, abbia ordinato per due volte all'esercito di fermare la sua
offensiva contro i ribelli kachin, i combattimenti nel Nord del Myanmar proseguono.
Negli ultimi colloqui di pace, nel marzo scorso, i kachin hanno riproposto il principio
di autodeterminazione, nella cornice della nazione birmana, e un accordo di cessate
il fuoco monitorato da osservatori internazionali. Tuttavia nessuna soluzione concreta
è stata raggiunta. (D.M.)