La “generazione Wojtyla” a Tor Vergata per il primo anniversario di Beatificazione
Rivivere l’emozione e la comunione spirituale della Gmg di Roma. Con questo auspicio
si tiene, stasera alle ore 20 a Tor Vergata, una Veglia di preghiera per Giovanni
Paolo II, nel primo anniversario della Beatificazione. Un evento che è stato ricordato
ieri dal Papa al Regina Caeli. La Veglia, a cui prenderanno parte giovani romani ma
anche provenienti da tutta Europa, sarà presieduta dal cardinale vicario, Agostino
Vallini. Sull’importanza di questo avvenimento, Alessandro Gisotti ha intervistato
don Maurizio Mirilli, responsabile della pastorale giovanile della diocesi
di Roma:
R. – E’ quasi
un bisogno quello di fare memoria della Beatificazione. C’è proprio un bisogno da
parte dei giovani ed anche degli ex-giovani che, in qualche modo, hanno vissuto tante
bellissime esperienze con Giovanni Paolo II: un bisogno di radunarsi insieme in quel
luogo, Tor Vergata, che è stato così importante per tutti gli italiani. E’ la prima
volta che organizziamo un grande evento sotto quella Croce: è anche un modo per riappropriarsi
di quello spazio che è stato così importante per tanti giovani. E’ il luogo in cui
Giovanni Paolo II ha invitato i giovani a non rassegnarsi, a lottare per il bene.
In un periodo di crisi come quella attuale, abbiamo ancora bisogno di sentire questo
messaggio.
D. – Il Papa, in quell’occasione, disse: “Questo chiasso ha sentito
Roma e non lo dimenticherà più”. Era il chiasso della gioia, che ritorna a Tor Vergata…
R.
– Esattamente. Questo chiasso bello, pulito, che però ha da dire qualcosa d’importante.
In quel luogo, milioni di giovani hanno ascoltato, riflettuto, gioito e pregato insieme.
Gli ex-giovani, che magari adesso sono trentenni o quarantenni, vogliono ancora gioire
e magari vogliono farlo con i giovani di oggi, con quelli più piccoli, per dire loro
che si può fare chiasso non in modo distruttivo ma in modo costruttivo, per una società
migliore.
D. – I giovani di oggi, i giovani di ieri della Gmg del 2000, che
magari oggi sono genitori. Per dire, la trasversalità dei Santi…
R. – Spesso,
mi chiedono del Papa amato dai giovani o del Papa dei giovani. In realtà, Giovanni
Paolo II è il Papa di tutti e continua a esserlo. Dal cuore giovane, naturalmente,
è innamorato dei giovani e quindi è molto vicino ai giovani di allora come a quelli
di oggi. Quando un giovane percepisce una vicinanza – e i Santi sono vicini alle persone
– allora aprono il cuore.
D. – Anche la scelta del modo di celebrarlo, cioè
una veglia di preghiera: tutto inizia con la preghiera e, quindi, con l’incontro con
Gesù…
R. – Esatto. La gioia è quella che scaturisce da quest’incontro bellissimo
che viviamo, con la preghiera, con il Signore. Il Papa Giovanni Paolo II diceva proprio
questo ai giovani: che il modo più bello ed autentico per poter cambiare il mondo,
anche nella concretezza, parte da quest’incontro personale. Il che, poi, significa
cambiare la propria vita.
D. – Quale invito si sentirebbe di fare ai giovani
e ai meno giovani che ascoltano la nostra Radio per questa veglia di preghiera in
onore di Giovanni Paolo II?
R. – L’invito è quello di partecipare. Mi rivolgo
soprattutto a tutte quelle persone che hanno vissuto la bellissima esperienza del
Duemila, ma anche ai ragazzi più giovani, che magari hanno solo sentito dire o sentito
parlare di questo luogo. Forse, tanti di loro non lo hanno mai visto: bene, venite
tutti sotto la Croce di Tor Vergata, sotto questa Croce enorme, in un luogo che, tra
l’altro, è stato anche ristrutturato e rimesso a posto.