2012-04-30 16:18:17

Ciclo "Rileggere il Concilio": sulla "Dei Verbum" il quarto incontro


Si è tenuto al Centro culturale francese Saint Louis il quarto incontro del ciclo “Rileggere il Concilio”, organizzato in collaborazione con l’Università Lateranense. A essere presa in esame è stata la Costituzione dogmatica Dei Verbum sulla Divina Rivelazione. Al microfono di Davide Maggiore, il decano della Facoltà di Beni Culturali e Storia della Chiesa dell’Università Gregoriana, padre Norman Tanner, docente di Storia della Chiesa nello stesso ateneo, esamina le connessioni tra la Dei Verbum e il magistero precedente:RealAudioMP3

R. – Senz’altro, il Concilio Vaticano II nel documento Dei Verbum segue in particolare il Concilio di Trento, ma cerca di mettere un po’ più in collegamento la Bibbia e la tradizione, in quanto insiste – e anche in questo segue il Concilio di Trento – che l’unica fonte è Cristo, la persona di Cristo: il mistero di Cristo è trasmesso a noi attraverso i due mezzi, la Bibbia e la tradizione. Ma la Scrittura e la tradizione sono intimamente legati l’una all’altra: quindi, non sono due canali, due fonti indipendenti.

D. – Perché questo tema è così importante nella Dei Verbum?

R. – Si pensi soprattutto alla crisi dei modernisti, quando c’era tensione tra alcuni esegeti cattolici e il Magistero della Chiesa. Lascia quindi una libertà idonea per gli studi scientifici sulla Bibbia, agli esperti. Lì c’è un collegamento con i protestanti: il Vaticano II ha creato ponti importanti con gli esegeti e con tutto il mondo accademico protestante.

D. – Quale funzione la Dei Verbum attribuisce alla Chiesa?

R. – Senz’altro, un ruolo importante di guida e, se necessario, di controllo, ma interpretato in senso più "positivo". Si direbbe che il Vaticano II cerca di incoraggiare gli studiosi cattolici della Bibbia. Ovviamente, il ruolo del Magistero è di tutela contro interpretazioni false e sviluppi non adatti.

D. – Questo documento conciliare fornisce inoltre indicazioni sul rapporto tra Antico e Nuovo Testamento…

R. – L’Antico Testamento rimane fonte di rivelazione per la Chiesa. Ovviamente, ribadisce anche la pienezza della Rivelazione, rivelata in Cristo e nel Nuovo Testamento. Quindi, abbiamo continuità tra i due Testamenti, ma anche sviluppo.







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