La Beatificazione di Giuseppe Toniolo, l'“economista di Dio”
Si è svolta questa mattina nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma la cerimonia
di Beatificazione di Giuseppe Toniolo, chiamato anche “l’economista di Dio”. Una figura
molto importante, che ha avuto il merito di aver indicato “la via del primato della
persona umana e della solidarietà”, come ha ricordato oggi Benedetto XVI al termine
del Regina Caeli, rivolgendo un saluto ai pellegrini che hanno partecipato al rito
celebrato dal cardinale Salvatore De Giorgi. Roberta Barbi:
Uno scroscio
di applausi dei fedeli presenti alla celebrazione, ha accolto oggi Giuseppe Toniolo
tra i Beati venerati dalla Chiesa, proprio nella Giornata in cui tutto il mondo si
riunisce in preghiera per le Vocazioni. Economista, sociologo, ma anche padre di famiglia,
educatore dei giovani, testimone laico del Vangelo, la cui Parola ha portato negli
ambiti della politica e della cultura: Toniolo ha risposto a tutte le chiamate che
il Signore gli ha rivolto, convinto com’era che il mondo avesse bisogno di Santi,
oggi ancora più di allora, come ha sottolineato nell’omelia il cardinale De Giorgi:
“Egli
era convinto che tutti, indistintamente, siamo chiamati alla santità, ossia ‘alla
pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità nelle ordinarie condizioni
e situazioni di vita; che tale santità promuove nella stessa società terrena un tenore
di vita più umano’; che i laici si santificano nel mondo e per la santificazione del
mondo, senza fuggire dal mondo, ma senza essere del mondo, attraverso l’esercizio
del loro compito proprio: l’animazione cristiana delle realtà temporali”.
E
in questo mondo, anzi, in più mondi, il nuovo Beato fu quanto mai attivo, a partire
dalla famiglia, che considerava il luogo primario della sua santificazione e della
sua missione:
“La sua fu una famiglia normale, inserita nella vita della
parrocchia e aperta a quella della società, serena nell'affrontare le inevitabili
difficoltà perché unita dalla forza del Vangelo che si leggeva insieme ogni mattina
e animata dalla preghiera che si recitava insieme ogni sera. Una vera chiesa domestica”.
Toniolo,
professore universitario a Padova, Modena, e soprattutto a Pisa - il cui arcivescovo,
mons. Giovanni Paolo Benotto era presente alla celebrazione ed ha guidato le breve
processione delle reliquie insieme con il postulatore della causa di Beatificazione,
mons. Domenico Sorrentino, ed il giovane miracolato dal Beato nel 2006 - fu educatore
e amico dei suoi studenti, consapevole di volerli formare anche cristianamente, convinto
com’era che ci dovesse essere una presenza dei cattolici nel sociale e nel politico
per il bene del Paese:
“Avvertiva già allora l'emergenza educativa per il
clima universitario indifferente o ostile alle fondamentali istanze religiose e morali,
come anche l'urgenza di una solida formazione culturale cristiana che preparasse le
nuove generazioni ad affrontare le sfide del futuro”.
Toniolo è stato un
uomo che ha amato e servito la Chiesa e l’Italia da cristiano e cittadino esemplare,
un esempio di laicità vera per tutto il mondo cattolico, che lui voleva vedere non
più diviso e per la cui unità lavorò molto, mettendo a disposizione la sua sconfinata
competenza:
“La Società della Gioventù Cattolica, primo nucleo dell'Azione
Cattolica Italiana, la Fuci, l'Opera dei Congressi, l'Unione Cattolica per gli Studi
sociali, l'Unione popolare, l'avvio delle Settimane Sociali ebbero in lui un eccellente
ideatore, animatore, coordinatore di progetti culturali, sociali, politici cristianamente
ispirati e di innovative strutture cattoliche pubbliche, come l'Università del Sacro
Cuore”.
Molte intuizioni del Beato, infine, hanno trovato conferma e sviluppo
anche in seguito nella dottrina sociale della Chiesa, come la centralità della persona
nel mondo del lavoro, l’insopprimibile fondamento etico dell’economia, l’importanza
del Vangelo nella costruzione della società, le istanze della giustizia distributiva
e l’impegno per la pace. Questa la sua eredità e il suo insegnamento più importante,
ricordato dal cardinale De Giorgi a conclusione dell’omelia:
“Ci esorta
in particolare a impegnarci con entusiasmo nella nuova evangelizzazione della quale
la Dottrina sociale è parte integrante, e di renderla credibile con la testimonianza
di una vita coerente con la fede, illuminata dalla verità, sorretta dalla speranza,
amante della giustizia e animata dalla carità, soprattutto verso i poveri”.