Il Papa ordina nove sacerdoti. Al Regina Caeli: giovani siate attenti alla voce di
Dio
Quando il peso della Croce si farà più pesante, quella sarà l’ora più preziosa: lo
ha ricordato Benedetto XVI ai nove seminaristi della diocesi di Roma, ordinati durante
la Messa celebrata nella Basilica di San Pietro, nella IV domenica di Pasqua intitolata
al Buon pastore, come da tradizione romana. Un auspicio particolare, nell’odierna
Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, il Santo Padre ha poi rivolto al
Regina Caeli perché tutti i giovani siano attenti alla voce di Dio. Il servizio di
Roberta Gisotti:
‘Il buon pastore
dà la propria vita per le pecore’, “Gesù insiste - ha rammentato all’omelia Benedetto
XVI - su questa caratteristica essenziale del vero pastore che è Lui stesso”:
“E’
questo chiaramente il tratto qualificante del pastore così come Gesù lo interpreta
in prima persona, secondo la volontà del Padre che lo ha mandato”.
E il
sacerdote, ha spiegato il Papa, è “colui che viene inserito in un modo singolare nel
mistero dal sacrificio di Cristo, con una unione personale a Lui, per prolungare la
sua missione salvifica”. “Unione che avviene grazie al Sacramento dell’Ordine” e “chiede
di diventare sempre ‘più stretta’ per la generosa corrispondenza del sacerdote stesso”.
“Risalta con forza che, per il sacerdote, celebrare ogni giorno la Santa
Messa non significa svolgere una funzione rituale, ma compiere una missione che coinvolge
interamente e profondamente l’esistenza, in comunione con Cristo risorto che, nella
sua Chiesa, continua ad attuare il Sacrificio redentore”.
Una “dimensione
eucaristica-sacrificale” che “è inseparabile da quella pastorale” di cui “costituisce
il nucleo di verità e di forza salvifica, da cui dipende l’efficacia di ogni attività”.
Non solo – ha sottolineato Benedetto XVI - “sul piano psicologico e sociale, ma nella
fecondità vitale della presenza di Dio al livello umano profondo.”
“La stessa
predicazione, le opere, i gesti di vario genere che la Chiesa compie con le sue molteplici
iniziative, perderebbero la loro fecondità salvifica se venisse meno la celebrazione
del Sacrificio di Cristo. E questa è affidata ai sacerdoti ordinati”.
Ogni
“presbitero è chiamato a vivere in se stesso ciò che ha sperimentato in Gesù in prima
persona, cioè darsi pienamente alla predicazione e alla guarigione dell’uomo da ogni
male del corpo e dello spirito”, fino a dare la vita per gli uomini, gesto che trova
“espressione sacramentale nell’Eucarestia”, memoria perpetua della Pasqua di Gesù.
“Cari
Ordinandi, questa Parola di Dio illumini tutta la vostra vita. E quando il peso della
croce si farà più pesante, sappiate che quella è l’ora più preziosa, per voi e per
le persone a voi affidate”.
Conclusa la Messa, nell’odierna Giornata mondiale
di preghiera le vocazioni, il pensiero del Papa è andato prima della recita del Regina
Caeli a tutti i giovani perché “siano attenti alla voce di Dio che parla interiormente
al loro cuori e li chiama a distaccarsi da tutto per servire Lui”.
In effetti,
il Signore chiama sempre, ma tante volte noi non ascoltiamo. Siamo distratti da molte
cose, da altre voci più superficiali; e poi abbiamo paura di ascoltare la voce del
Signore, perché pensiamo che possa toglierci la nostra libertà. In realtà, ognuno
di noi è frutto dell’amore: certamente, l’amore dei genitori, ma, più profondamente,
l’amore di Dio.
“Nella Chiesa si scopre che la vita di ogni uomo è una
storia d’amore”.
“Cari amici, preghiamo per la Chiesa, per ogni comunità
locale, perché sia come un giardino irrigato in cui possano germogliare e maturare
tutti i semi di vocazione che Dio sparge in abbondanza”.
Dopo il Regina
Caeli, il Santo Padre ha rievocato la figura di Giuseppe Toniolo, beatificato stamane
nella Basilica romana di San Paolo fuori le Mura.
“Il suo messaggio è di
grande attualità, specialmente in questo tempo: il Beato Toniolo indica la via del
primato della persona umana e della solidarietà”.
Solidarietà scriveva
Toniolo che è “al di sopra degli stessi legittimi beni e interessi delle singole nazioni
e degli Stati”.
Il Papa ha ricordato poi il sacerdote Pierre–Adrien Toulorge,
sacerdote vissuto nella seconda metà del ‘700, ‘martire della verità’, beatificato
oggi a Coutances in Francia.
Infine un saluto ai partecipanti all’incontro
europeo degli studenti universitari, organizzato dalla diocesi di Roma nel primo anniversario
della beatificazione di Giovanni Paolo II.
"Domani sera mi unirò spiritualmente
a voi, per la Veglia che avrà luogo a Tor Vergata, presso la grande Croce della Giornata
Mondiale della Gioventù del 2000. Grazie della vostra presenza!".
Le
storie di vita dei nuovi sacerdoti Tra i nove nuovi sacerdoti che il Papa ha
ordinato, otto saranno destinati alla diocesi di Roma, uno – il vietnamita Giuseppe
Vu Van Hieu – alla diocesi di Bui Chu. Tre nuovi presbiteri provengono dal Pontificio
Seminario Romano Maggiore. Sono diverse le storie e i percorsi che hanno portato questi
giovani a consacrare la loro vita alla Chiesa. Don Marco Santarelli, ad esempio, era
pilota di aerei privati con il sogno di guidare un giorno un Boeing 747. Romano, trent’anni
a novembre, racconta che l’invito a seguire Cristo “senza paura”, che il beato Giovanni
Paolo II rivolse ai giovani nella Gmg di Toronto nel 2002, fu lo sprone per scegliere
di cambiare i propri progetti. Due anni dopo l’entrata nel seminario Redemptoris Mater,
accompagnato dalla sua comunità neocatecumenale. “La realtà mi stava stretta”: così
don Alfredo Tedesco, fresco di laurea in Chimica percepiva il seme della sua vocazione.
Formatosi nell’Azione Cattolica nella parrocchia di Santa Maria della Mercede, a Roma,
scelse di lasciare le sue certezze e tra queste anche una fidanzata che oggi era nella
Basilica di San Pietro insieme al suo futuro marito. Una vocazione matura è invece
quella di don Piero Gallo, 42 anni, di Capranica, vicino Viterbo. Alle spalle due
anni in magistratura e otto da avvocato dello Stato. Ad accendere il suo “sì” l’ascolto
delle catechesi sui dieci comandamenti tenute nella parrocchia di Santa Maria Goretti,
nel quartiere Trionfale, da don Fabio Rosini, direttore del Servizio per le vocazioni
della diocesi di Roma. Accanto a don Giuseppe Cippitelli e don Claudio Fabbri ci sono
anche altri sacerdoti che si sono formati al Collegio diocesano Redemptoris Mater.
Si tratta del trentenne Jean Florent Agbo, ivoriano, del colombiano Jorge Alexander
Suarez Barbaran, 31 anni, e di Daniele Natalizi, ventisettenne originario di Vicenza.
(A cura di Benedetta Capelli)