2012-04-28 13:07:53

Plenaria delle Scienze Sociali sulla "Pacem in terris": commento del deputato inglese David Alton


In Vaticano proseguono gli incontri della 18,ma plenaria della Pontifica Accademia delle Scienze Sociali. Tema portante è la riflessione sui valori di pace e ordine sociale contenuti nell’Enciclica Pacem in terris, scritta 50 anni fa da Giovanni XXIII, e la loro affermazione fino al giorno d’oggi. La collega della nostra redazione inglese, Susy Hodges, ha chiesto a uno dei partecipanti, il deputato cattolico inglese della Camera dei Lord, David Alton, un commento su questo tema:RealAudioMP3

R. –It was often described...
Spesso, [la Pacem in terris – ndr] è stata descritta come la sintesi delle ultime volontà e il testamento di Giovanni XXIII ed è stata certamente determinata dalle sue esperienze, dal ruolo che lui ha giocato quando si trovava in Bulgaria e anche a Istanbul e dal rapporto personale che ha avuto con le vittime dell’Olocausto nazista: il futuro Papa aiutò molti ebrei a fuggire in Israele, ma anche molte delle vittime del genocidio armeno. Quindi, tutto questo ha determinato la sua visione sulla santità della vita umana, su come le persone siano state create a immagine di Dio, e credo che ciò abbia ispirato questo straordinario documento sui diritti umani, su come le persone debbano essere rispettate nel mondo in cui viviamo oggi. Il nostro incontro di oggi guarda al punto in cui ci troviamo, 50 anni dopo, e a quale applicazione abbiano avuto i pensieri di Giovanni XXIII in questa epoca cosmopolita.

D. – Lei ha parlato di “applicazione”, guardando alle nuove problematiche che toccano la tranquillità o l’ordine o la pace nel mondo globalizzato odierno. Oggi quali sono, secondo lei, le minacce più grandi alla pace?

R. – I think that the subjectivity...
Penso che la soggettività che abbiamo oggi – quel relativismo che esige che io possa avere la mia verità, se tu puoi avere la tua – finisca per ridurre molti temi semplicemente a una questione di scelta piuttosto che a un assoluto, mentre ci sono cose che sono un “assoluto”. Il quinto comandamento, “Non uccidere”, è qualcosa che non è aperto a una negoziazione o a una revisione. E quando si considera la piaga dell’aborto, dell’eutanasia, degli esperimenti sugli embrioni, della clonazione umana e anche la dimensione straordinaria della povertà, che riduce la dignità umana nel mondo oggi – 800 mila persone vivono nella fame e nella disperazione, abbandonando ogni definizione di logica decenza umana – le sfide sono chiaramente enormi. Ecco perché la Chiesa, nonostante non sia un’autorità politica, deve, a ogni generazione, ribadire i principi ispiratori per i discorsi politici e pubblici.







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