Osce: incontro di 56 Paesi per costruire e sostenere la pace
A Dublino 56 Stati dell’Osce discutono sul tema "Un futuro comune: costruire e sostenere
la pace", sull’esempio di quanto è successo nel Nord Irlanda. Oltre 3.000 morti in
30 anni di guerriglia, decine di migliaia di feriti, due comunità divise e ingenti
danni economici, sono il bilancio del conflitto nord-irlandese, oggi in gran parte
risolto e proposto all'attenzione dei 56 Stati dell'Osce - l’Organizzazione per la
Sicurezza e la Cooperazione in Europa - riuniti presso la capitale irlandese per discutere
su un futuro comune, costruendo e sostenendo la pace. L’accordo di pace, raggiunto
nel 1998, “è un esempio raro di quanto si possa ottenere quando le due parti in contesa
decidono di voler lavorare insieme”, ha dichiarato Peter Robinson, Primo Ministro
dell’Irlanda del Nord, parlando all’assemblea dei 56 Stati. Adesso “cercheremo di
costruire sulla pace che abbiamo raggiunto per creare una società più equa”. L’Irlanda
del Nord è ora una comunità trasformata, con Unionisti e Nazionalisti, in coalizione
al Governo e i diritti di tutti garantiti, almeno sulla carta. Senz’altro molto è
stato fatto già, con una pace sostanziale che non fa più registrare attentati a persone
e beni, ma molto rimane ancora da fare per la rappacificazione totale delle due comunità
di Unionisti e Nazionalisti, “ancora divise da un muro e segregate nelle rispettive
scuole”, come ha osservato il nazionalista Martin McGuinness, vice Primo Ministro
e per una riconciliazione genuina e sostenibile saranno necessari anni di lavoro.
Comunque, dopo 30 anni di guerriglia, l’accordo di pace firmato a Belfast, con le
due comunità che convivono nella speranza di una pace giusta e duratura, è un miracolo
e tale miracolo è stato presentato come modello da esportare e su cui riflettere.
Esso offre l'opportunità per fronteggiare conflitti, ha detto Lamberto Zannier, Segretario
generale Osce, che ha anche insistito sulla necessità di costruire, tramite dialogo,
un clima favorevole allo sviluppo di un vero processo di pace sostenibile, necessità
espressa anche dall’ex Presidente della Finlandia e Premio Nobel, Martti Ahtisaari
e dal Senatore americano, George Mitchel, che hanno contribuito all’accordo di pace
nel Nord Irlanda. (Da Dublino, Enzo Farinella, per la Radio Vaticana)