India: la società civile chiede una legge contro la violenza interreligiosa
Il massacro di Nellie nel 1983, la strage dei Sikh nel 1984, le uccisioni di Hashimpura
nel 1987, i pogrom in Gujarat nel 2011 e, ultimi in ordine cronologico, gli attacchi
contro i cristiani in Orissa nel 2077 e nel 2008. È solo parte della “galleria degli
orrori” che la Consulta nazionale della società civile indiana, che riunisce centinaia
di organizzazioni anche cristiane e cattoliche come l’All India Christian Council,
ha voluto ricordare nel documento che ha inviato al governo federale per chiedere
l’approvazione di una buona legge contro la violenza religiosa e intercomunitaria
in India. La Consulta, riferisce l'agenzia Fides, è intervenuta sul tema dopo che
il disegno di legge presentato lo scorso anno, il Communal Violence Bill, è stato
congelato dal Parlamento. La nuova legge, secondo i promotori dell’iniziativa, dovrebbe
proteggere dalla criminalità comune e mirata rendendo le autorità pubbliche personalmente
responsabili; introdurre elementi di responsabilità nella catena di comando; eliminare
lo scudo delle impunità riconoscere speciali reati per la violenza su donne e bambini;
prevedere speciali strumenti investigativi per tali violenze; fornire un solido programma
di protezione dei testimoni; riconoscere da parte dello Stato la condizione degli
“sfollati interni” e prevedere un adeguato risarcimento ai sopravvissuti. (R.B.)