In Libia in corso il dibattito sul divieto di partiti di stampo religioso o tribale
Il consiglio nazionale transitorio libico ha espresso sorpresa per la accuse che il
primo ministro Abdel Rahim al-Kib gli ha lanciato, ovvero, di ''ostacolare l'azione
di governo'' e ''di deviare''la rivoluzione libica dai suoi obiettivi. Ieri è stata
approvata nel Paese la legge sui partiti che vieta le formazioni politiche basate
su radici religiose o tribali e prevede un minimo di 250 membri fondatori per la nascita
di una nuova realtà. Fausta Speranza ne ha parlato con Arturo Varvelli, ricercatore
dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, Ispi: