Burkina Faso: per Msf aiuti insufficienti per 46mila rifugiati maliani
Da metà gennaio oltre 46.000 maliani si sono rifugiati in Burkina Faso. Di questi,
35.000 si trovano nella provincia di Oudalan, nel nord del Paese. In queste zone desertiche
“gli aiuti sono limitati”, denunciano le équipe di Medici Senza Frontiere (Msf), che
forniscono assistenza medica d’emergenza nei campi rifugiati. Il Burkina Faso è, dopo
la Mauritania, il Paese con il più alto numero di rifugiati maliani. Gli scontri tra
i ribelli tuareg e l’esercito maliano nel Nord del Mali - riferisce l'agenzia Sir
- hanno costretto alla fuga oltre 268.000 persone, scappate o verso le zone più interne
del Mali o nei Paesi confinanti. In Burkina Faso, “fornire assistenza medica è estremamente
difficile e i rifugiati continuano ad arrivare di giorno in giorno”, spiega Msf. I
rifugiati si sono stabiliti in quattro campi a nord del distretto di Deou, nella provincia
di Oudalan e hanno vissuto in condizioni estremamente precarie in rifugi improvvisati.
Hanno pochissimo cibo e devono attendere all’infinito sotto il sole per avere qualche
litro d’acqua. Circa tre mesi dopo l’inizio degli scontri e nonostante il massiccio
afflusso di persone, gli aiuti alimentari sono ancora scarsi. “Il Programma Alimentare
Mondiale è stato lento nel rispondere ai bisogni e l’aiuto che sta fornendo non è
né sufficiente né adeguato alle abitudini alimentari dei rifugiati" dichiara Jean
Hereu, capomissione di Msf in Burkina Faso. (R.P.)