Brasile: l’appello dei vescovi in difesa dei popoli indigeni e delle loro terre
“Il territorio è più che la terra stessa, è un rapporto che si costruisce sul luogo
in cui si vive, dove i loro antenati hanno vissuto, dove sono cresciuti e dove si
formano le famiglie”. Così mons. Enemésio Lazzaris, presidente della Commissione pastorale
della Terra, in una nota all’agenzia Fides sulla difesa dei territori delle popolazioni
indigene brasiliane. Il testo richiama l’attenzione sulle “condizioni di discriminazione
e sugli assassini di cui è vittima il popolo Guarani-Kaiowà, nel Mato Grosso do Sul”.
Secondo i vescovi della Conferenza nazionale del Brasile, che qualche giorno fa si
erano già espressi sul tema, si tratta di un “vero e proprio genocidio” che macchia
l’immagine del Paese. “Respingiamo con veemenza l’attacco scatenato dal gruppo ruralista
ai diritti dei popoli indigeni”. Mons. Lazzaris, vescovo di Balsas, ha anche dichiarato
che grandi opere come dighe e impianti per lo sfruttamento delle risorse minerarie
hanno un grande impatto su queste comunità e c’è il rischio che vengano sfrattate
dai loro territori. Dello stesso avviso il cardinale Claudio Hummes, presidente della
Commissione episcopale per l’Amazzonia, che nel suo intervento ha sottolineato la
peculiarità dell’area all’interno del contesto mondiale e quanto, per questo, sia
fondamentale che la popolazione locale venga interpellata su questioni che la coinvolgono
direttamente. (G.M.)