Udienza generale. Il Papa: senza la preghiera rischiamo di soffocare nelle cose di
ogni giorno
All’udienza generale in Piazza San Pietro, Benedetto XVI si è soffermato sulla pastorale
della carità verso i più bisognosi nella prima comunità cristiana di Gerusalemme.
Il Papa ha sottolineato che senza la preghiera quotidiana, il nostro agire si riduce
ad un semplice attivismo. Ha quindi ribadito che ogni passo della nostra vita deve
essere fatto davanti a Dio nella preghiera. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Non contrapporre
“i momenti della preghiera” e “l’esercizio della carità”: è quanto affermato da Benedetto
XVI che, nella sua catechesi, ha svolto una riflessione sulla pastorale della carità
nella prima comunità cristiana di Gerusalemme. Di fronte alla necessità di aiutare
i deboli, i poveri, le vedove, ha rammentato, vengono scelti sette uomini che si dedichino
alla diaconia della carità. Una scelta non disgiunta dalla preghiera:
“Questi
uomini non solo devono godere di buona reputazione, ma devono essere uomini pieni
di Spirito Santo e di sapienza”.
Si evidenzia così la “profonda unità di
vita tra preghiera e azione”. Riecheggiando San Bernardo, il Papa ha avvertito dunque
che “le troppe occupazioni, una vita frenetica, spesso finiscono per indurire il cuore
e far soffrire lo spirito”:
“E’ un prezioso richiamo per noi oggi, abituati
a valutare tutto con il criterio della produttività e dell’efficienza (…) Senza la
preghiera quotidiana vissuta con fedeltà, il nostro fare si svuota, perde l’anima
profonda, si riduce ad un semplice attivismo che, alla fine, lascia insoddisfatti”.
“Ogni
passo della nostra vita – ha ribadito – ogni azione, anche della Chiesa, deve essere
fatta davanti a Dio, nella preghiera, alla luce della sua Parola”. “Non dobbiamo perderci
nell’attivismo puro – ha avvertito – ma sempre lasciarci anche penetrare nella nostra
attività dalla luce della Parola di Dio e così imparare la vera carità, il vero servizio
per l’altro”:
“Quando la preghiera è alimentata dalla Parola di Dio, possiamo
vedere la realtà con occhi nuovi, con gli occhi della fede e il Signore, che parla
alla mente e al cuore, dona nuova luce al cammino in ogni momento e in ogni situazione”.
“Solo
dal rapporto intimo con Dio coltivato ogni giorno – ha soggiunto – nasce la risposta
alla scelta del Signore e viene affidato ogni ministero nella Chiesa”. La scelta dei
sette diaconi da parte degli Apostoli, ha detto ancora, “indica anche a noi il primato
della preghiera e della Parola di Dio”. Per i Pastori, ha rilevato, “questa è la prima
e più preziosa forma di servizio verso il gregge loro affidato”:
“Se i polmoni
della preghiera e della Parola di Dio non alimentano il respiro della nostra vita
spirituale, rischiamo di soffocare in mezzo alle mille cose di ogni giorno: la preghiera
e il respiro dell’anima e della vita”.
Benedetto XVI ha concluso la catechesi
evidenziando che, nel rapporto con Dio, anche quando “ci troviamo nel silenzio di
una chiesa o della nostra stanza” siamo uniti nel Signore e ai tanti fratelli e sorelle
nella fede. Tanti i fedeli che hanno gremito Piazza San Pietro, in una giornata soleggiata.
Salutando i pellegrini in lingua italiana, il Papa ha avuto un pensiero particolare
per le famiglie delle vittime degli incidenti stradali:
"…e, mentre assicuro
la mia preghiera per quanti hanno perso la vita sulle strade, ricordo il dovere di
guidare sempre con prudenza e senso di responsabilità".
Infine, il saluto
ai partecipanti al corso del “Progetto Policoro” della Cei per i giovani disoccupati.
Il Papa ha auspicato che l’iniziativa “possa sostenere quanti si adoperano in favore
delle problematiche lavorative delle giovani generazioni”.