2012-04-25 09:24:38

Survival International in difesa degli Awà, “la tribù più minacciata del mondo"


Salvare la vita a circa 360 persone, per preservare l’identità di un popolo, la sua storia, le sue tradizioni. E’ la sfida di Survival International – unica organizzazione al mondo dedicata totalmente ai popoli tribali e ai loro diritti – che lancia la Campagna “La tribù più minacciata del mondo”, quella degli Awà. La piccola tribù amazzonica vive nello Stato del Maranhão e di fatto rappresenta una delle ultime realtà di cacciatori-raccoglitori nomadi rimaste in Brasile. Il servizio di Massimiliano Menichetti: RealAudioMP3

Nell’intreccio mirabolante dei colori e della fitta vegetazione dell’Amazzonia brasiliana si sta consumando la strage degli Awà. Paura, fuga, persecuzione e violenza sono le costanti per questa tribù di circa 360 unità, minacciata da allevatori, coloni e taglialegna che sferrano attacchi contro chi si oppone alla deforestazione selvaggia, agli impianti industriali e allevamenti.

Gli Awà traggono tutto il loro sostentamento dalla foresta e secondo la Campagna mondiale di Survival International (www.survival.it) sono la tribù più minacciata del globo. Suddivisi in quattro comunità, vivono prevalentemente su un territorio riconosciuto ufficialmente dal governo nel 1992, ma a tutt’oggi costantemente eroso dall’avanzata dei cosiddetti “invasori”. Sul terreno si contano ancora tre grandi insediamenti illegali e a nulla o quasi è valsa la battaglia a colpi di cavilli, culminata nel 2009 con la sentenza federale, che ha ordinato l’espulsione di tutti gli “irregolari” entro 180 giorni. Gli allevatori infatti dopo il ricorso, che ha sospeso il provvedimento, hanno continuato indisturbati l’occupazione delle terre. Francesca Casella direttrice di Survival International Italia:

Gli Awà sono una piccola tribù che vive nel Maranhão, nel Brasile nord orientale. Sono pochissimi ormai, perché sopravvissuti alle violenze dei decenni scorsi. Noi riteniamo che ci sia almeno un altro 20-25 per cento della popolazione che resta a tutt’oggi “incontattato”, cioè a dire sempre in fuga, isolato e che cerca di nascondersi nel folto delle foreste e che ancora sopravvive in quel territorio. Il fatto di avere dei membri non contattati li rende una delle popolazioni più vulnerabili del pianeta, costantemente esposta a incontri ostili e a malattie verso cui non ha difese immunitarie.

A schiacciare gli Awà, anche la più grande miniera di ferro mai scavata al mondo quella del Gran Carajás, progetto, finaziato dall'Unione Europea e Banca Mondiale, avviato negli anni ’70, che portò alla creazione della ferrovia che ancora attraversa indisturbata i territori degli indigeni. Ancora Francesca Casella:

"Il Gran Carajás è uno dei progetti più devastanti che siano mai stati finanziati nelle terre indigene. Ha ricevuto i contributi dall’Unione Europea - tra l’altro il fondo destinato dall’Unione Europea a questo progetto è il più grande mai erogato dall’UE in un territorio brasiliano. Questo ha comportato non solo l’apertura di una miniera, ma anche la costruzione di infrastrutture come strade e ferrovie che hanno poi aperto definitivamente le porte all’invasione di questo territorio. Se non si interverrà rapidamente, uno dei prossimi incontri di questo popolo potrebbe essere con le malattie. Un’epidemia anche di malattie molto banali da noi, come un’influenza o il morbillo o il raffreddore, potrebbe sterminarli tutti. Quando si parla di popoli 'incontattati', e anche in questo caso si può dire, generalmente almeno il 50% di una popolazione non sopravvive a due-tre anni dal cosiddetto 'contatto violento'”.

A sostenere iniziativa, in difesa degli Awà, anche l’attore britannico Colin
Andrew
Firth, voce e volto della Campagna contro quello che Survival International non ha timore di chiamare: "genocidio". Ancora Francesca Casella:

"Parliamo di genocidio, perché la definizione data dalle Nazioni Unite al genocidio - atti commessi con l’intenzione di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso - si applica davvero alla perfezione agli Awà: i taglialegna e gli allevatori che li circondano hanno manifestato molto chiaramente l’intenzione di sbarazzarsi degli indiani a qualunque prezzo".

Survival sul suo sito scrive anche di “prove inquietanti” nel corso di un’indagine condotta recentemente nel cuore della foresta amazzonica dove alcuni disboscatori avrebbero ucciso un bambino Awá, per poi darlo alle fiamme. “E’ necessario mobilitare l’opinione pubblica di tutto il mondo – ribadisce Francesca Casella – per evitare il massacro e l’estinzione di questo popolo”:

"Noi sappiamo che soltanto la pressione dell’opinione pubblica può indurre l’unico uomo che è oggi in grado di intervenire per espellere definitivamente i taglialegna da questo territorio e tenerli lontani per sempre, che è il ministro della giustizia del Brasile. Noi vogliamo, anche attraverso l’aiuto di celebrità, come Colin Firth che ha prestato la sua voce al nostro appello in loro favore, indurre il ministro ad agire per poter finalmente proteggere questo popolo".

Un popolo, quello degli Awà – lemma che significa "uomo" – capace di mostrare il significato della parola dignità in un sorriso e nel rispetto profondo della foresta: vita e speranza del proprio domani.








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