Survival International in difesa degli Awà, “la tribù più minacciata del mondo"
Salvare la vita a circa 360 persone, per preservare l’identità di un popolo, la sua
storia, le sue tradizioni. E’ la sfida di Survival International – unica organizzazione
al mondo dedicata totalmente ai popoli tribali e ai loro diritti – che lancia la Campagna
“La tribù più minacciata del mondo”, quella degli Awà. La piccola tribù amazzonica
vive nello Stato del Maranhão e di fatto rappresenta una delle ultime realtà di cacciatori-raccoglitori
nomadi rimaste in Brasile. Il servizio di Massimiliano Menichetti:
Nell’intreccio
mirabolante dei colori e della fitta vegetazione dell’Amazzonia brasiliana si sta
consumando la strage degli Awà. Paura, fuga, persecuzione e violenza sono le costanti
per questa tribù di circa 360 unità, minacciata da allevatori, coloni e taglialegna
che sferrano attacchi contro chi si oppone alla deforestazione selvaggia, agli impianti
industriali e allevamenti.
Gli Awà traggono tutto il loro sostentamento dalla
foresta e secondo la Campagna mondiale di Survival International (www.survival.it)
sono la tribù più minacciata del globo. Suddivisi in quattro comunità, vivono prevalentemente
su un territorio riconosciuto ufficialmente dal governo nel 1992, ma a tutt’oggi costantemente
eroso dall’avanzata dei cosiddetti “invasori”. Sul terreno si contano ancora tre grandi
insediamenti illegali e a nulla o quasi è valsa la battaglia a colpi di cavilli, culminata
nel 2009 con la sentenza federale, che ha ordinato l’espulsione di tutti gli “irregolari”
entro 180 giorni. Gli allevatori infatti dopo il ricorso, che ha sospeso il provvedimento,
hanno continuato indisturbati l’occupazione delle terre. Francesca Casella direttrice
di Survival International Italia:
Gli Awà sono una piccola tribù che
vive nel Maranhão, nel Brasile nord orientale. Sono pochissimi ormai,
perché sopravvissuti alle violenze dei decenni scorsi. Noi riteniamo che ci sia almeno
un altro 20-25 per cento della popolazione che resta a tutt’oggi “incontattato”, cioè
a dire sempre in fuga, isolato e che cerca di nascondersi nel folto delle foreste
e che ancora sopravvive in quel territorio. Il fatto di avere dei membri non contattati
li rende una delle popolazioni più vulnerabili del pianeta, costantemente esposta
a incontri ostili e a malattie verso cui non ha difese immunitarie.
A
schiacciare gli Awà, anche la più grande miniera di ferro mai scavata al mondo quella
del Gran Carajás, progetto, finaziato dall'Unione Europea e Banca Mondiale, avviato
negli anni ’70, che portò alla creazione della ferrovia che ancora attraversa indisturbata
i territori degli indigeni. Ancora Francesca Casella:
"Il Gran
Carajás è uno dei progetti più devastanti che siano mai stati finanziati nelle
terre indigene. Ha ricevuto i contributi dall’Unione Europea - tra l’altro il fondo
destinato dall’Unione Europea a questo progetto è il più grande mai erogato dall’UE
in un territorio brasiliano. Questo ha comportato non solo l’apertura di una miniera,
ma anche la costruzione di infrastrutture come strade e ferrovie che hanno poi aperto
definitivamente le porte all’invasione di questo territorio. Se non si interverrà
rapidamente, uno dei prossimi incontri di questo popolo potrebbe essere con le malattie.
Un’epidemia anche di malattie molto banali da noi, come un’influenza o il morbillo
o il raffreddore, potrebbe sterminarli tutti. Quando si parla di popoli 'incontattati',
e anche in questo caso si può dire, generalmente almeno il 50% di una popolazione
non sopravvive a due-tre anni dal cosiddetto 'contatto violento'”.
A sostenere
iniziativa, in difesa degli Awà, anche l’attore britannico Colin Andrew Firth,
voce e volto della Campagna contro quello che Survival International non ha timore
di chiamare: "genocidio". AncoraFrancesca Casella:
"Parliamo
di genocidio, perché la definizione data dalle Nazioni Unite al genocidio - atti commessi
con l’intenzione di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale
o religioso - si applica davvero alla perfezione agli Awà: i taglialegna e gli allevatori
che li circondano hanno manifestato molto chiaramente l’intenzione di sbarazzarsi
degli indiani a qualunque prezzo".
Survival sul suo sito scrive anche di
“prove inquietanti” nel corso di un’indagine condotta recentemente nel cuore della
foresta amazzonica dove alcuni disboscatori avrebbero ucciso un bambino Awá, per poi
darlo alle fiamme. “E’ necessario mobilitare l’opinione pubblica di tutto il mondo
– ribadisce Francesca Casella – per evitare il massacro e l’estinzione di questo
popolo”:
"Noi sappiamo che soltanto la pressione dell’opinione pubblica
può indurre l’unico uomo che è oggi in grado di intervenire per espellere definitivamente
i taglialegna da questo territorio e tenerli lontani per sempre, che è il ministro
della giustizia del Brasile. Noi vogliamo, anche attraverso l’aiuto di celebrità,
come Colin Firth che ha prestato la sua voce al nostro appello in loro favore, indurre
il ministro ad agire per poter finalmente proteggere questo popolo".
Un
popolo, quello degli Awà – lemma che significa "uomo" – capace di mostrare il significato
della parola dignità in un sorriso e nel rispetto profondo della foresta: vita e speranza
del proprio domani.