Morti in Siria e Damasco respinge alcuni osservatori
Almeno 30 morti ieri in Siria, dove la tregua indetta dalle Nazioni Unite il 12 aprile
scorso ancora non ha trovato effettiva applicazione. Il negoziatore di Onu e Lega
Araba, Kofi Annan, parla di situazione inaccettabile, anche se riferisce di una lieve
riduzione dei combattimenti nelle aree più calde. Intanto, Damasco ha rifiutato di
accogliere nel Paese alcuni osservatori internazionali. Il servizio di Marina Calculli:
Il capo
delle operazioni di pace delle Nazioni Unite, Herve Ladsous, ha, intanto, confermato
che al momento ci sono 11 osservatori del team preparatorio Onu in territorio siriano.
La conferma è arrivata dall'ambasciatrice americana, Susan Rice, presidente di turno
del Consiglio di Sicurezza, che ha auspicato un dispiegamento più rapido della missione.
Ad Eric Salerno, giornalista esperto di Medio Oriente, Stefano Leszczynski
ha chiesto in quale scenario si trovano ad operare gli osservatori internazionali:
R. – La situazione
è in mano a due forze che non intendono mollare: da una parte c’è il presidente Assad,
che andrà avanti fino alla fine se necessario, mentre dall’altra parte c’è un’opposizione
armata, assistita sicuramente da forze esterne, che è responsabile oggi come oggi,
quanto Assad, della non accettazione o non rispetto della tregua, che era stata concordata
con l’inviato dell’Onu, Kofi Annan.
D. – Quanto può essere utile una missione
di caschi blu disarmati? R. – Prima di poter mandare della gente disarmata in mezzo
a un conflitto armato, le due parti devono smettere di spararsi, perché altrimenti,
invece di vedere soltanto dei siriani morti, vedremo anche dei caschi blu uccisi.
Non credo, quindi, che sia fattibile. Le due parti dovrebbero concordare la cosa,
e questo significa: per Assad cedere un po’ di sovranità, mentre per gli altri - per
l’opposizione - che un’opposizione pacifica potrebbe trovare un’iniziativa dell’Onu,
di questo tipo, utile. Ma dato che non sono più soltanto vittime di gruppi che sono
attivi dall’inizio di questa rivolta contro il regime, ma ci sono altre forze, che
non hanno intenzione di smettere di sparare, non so se possa essere utile pensare
ad una missione non armata delle Nazioni Unite.