2012-04-25 14:29:47

Mons. Tomasi: obiettivo dell’economia è lo sviluppo della persona umana


La Santa Sede richiama l’attenzione sulla necessità di una riflessione urgente e profonda del significato degli obiettivi economici e sull’emergenza di una revisione dell’architettura finanziaria e commerciale globale, in modo da correggere le storture del sistema. Questo il centro del recente intervento di mons. Silvano Tomasi, osservatore permanente presso l’Onu di Ginevra, alla XIII Conferenza su commercio e sviluppo delle Nazioni Unite (Unctad), che si concluderà domani a Doha, in Qatar. Il servizio di Roberta Barbi:RealAudioMP3

Lo scopo ultimo dell’economia è mettersi al servizio dello sviluppo integrale della persona umana, non il contrario. È un grido di speranza e al tempo stesso un appello a ricondurre le cose nella giusta prospettiva, quello levato da mons. Tomasi durante la conferenza dell’Onu in cui si è parlato di crisi finanziaria, di etica, di economia sostenibile e di lavoro. Su quest’ultimo argomento, il presule ha ripreso le parole di Giovanni Paolo II che nell’Enciclica Laborem Exercens scriveva che l’uomo che lavora è qualcosa di più di un essere umano e che il lavoro è buono non solo nel senso che è utile, ma nel senso che è possiede un valore, che esprime e rafforza la dignità umana. La crisi economica in corso – ha detto il presule – mostra come gli attuali modelli economici non corrispondano più alla realtà e va interpretata anche come un’opportunità di ripensare l’economia e di cercare nuovi paradigmi di riferimento. L’auspicio è che la nuova economia si fondi sul principio della giustizia sociale, su valori etici come la trasparenza, l’onestà, la solidarietà e la responsabilità. Mettere la persona umana al centro, inoltre, aiuterebbe a prevenire altre ondate di crisi causate da una speculazione spregiudicata e metterebbe al riparo dalle ripercussioni sul tessuto sociale e sull’ambiente. Includere in ambito economico la dimensione della gratuità, la logica del dono come espressione di fraternità, infine, contribuirebbe a fare dell’umanità un’unica grande famiglia.

Mons. Tomasi, nel rammentare che le radici della crisi non sono soltanto di natura economica e finanziaria, ma anche etica e morale, come afferma Benedetto XVI nella Caritas in Veritate, e che per superarla bisogna tornare a far prevalere l’essere sull’avere, individua alcune importanti conseguenze della crisi in atto che travalicano i confini del campo economico. Tutti i Paesi, anche quelli più sviluppati, stanno pagando un prezzo molto alto in termini sociali e culturali, perché hanno lasciato che gli attori economici e finanziari si autoregolassero e che l’etica fosse spostata da questa dimensione. Le persone in tutto il mondo condividono gli stessi bisogni, gli stessi desideri e le stesse aspirazioni: lo sviluppo, infatti, non è solo un concetto economico, ma la tensione verso la soddisfazione di questi, senza escludere nessun segmento della società, soprattutto quelli più svantaggiati. Da non sottovalutare è anche il ruolo strategico dell’educazione, utile a costruire il futuro delle società e non solo in termini di nuove tecnologie e di attività legate all’innovazione. Il presule ha, quindi, evidenziato la necessità di affrontare la questione dell’accesso al cibo, correlata con i prezzi dei generi alimentari di prima necessità, invitando le Nazioni Unite, e il mondo intero a farsi carico di tali problematiche.







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