Seconda giornata al Congresso di Cancún: distinguere tra turismo religioso e pellegrinaggio
Un turismo che faccia la “differenza”, perché impostato e vissuto in modo “differente”
rispetto alle proposte dei grandi circuiti del settore. La prima giornata, ieri, del
Congresso di pastorale del turismo di Cancún, in Messico, è stata caratterizzata da
questa riflessione del cardinale Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio dei Migranti.
Il porporato ha invitato le Chiese dei Paesi a vocazione turistica, ma non solo, a
creare o potenziare delle specifiche strategie pastorali. Oggi, la giornata affronta
il tema del turismo religioso. Il servizio di Alessandro De Carolis:
La Chiesa difende
il diritto al riposo, che spesso si traduce nella ricerca di un viaggio culturale
o semplicemente distensivo in uno dei tanti “paradisi terrestri” del pianeta. È un
dato di fatto – anzi “un segno dei tempi”, secondo il cardinale Vegliò – andato via
via democratizzandosi come dimostra il più volte citato miliardo di arrivi turistici
previsto per quest’anno. La questione, in ottica ecclesiale, è in che modo questo
fenomeno di massa tenda a svilupparsi e, in certi casi, a degradarsi. Perché, se l’uomo
è viaggiatore per natura, capita che alcune mete vengano scelte per bisogni che nulla
hanno a che fare con la crescita personale o un sano relax, come purtroppo dimostra
l’abiezione del cosiddetto “turismo sessuale”, denunciata dal porporato. Inoltre,
se il diritto al turismo è di tutti, non tutti possono permetterselo e dunque godere
dei “benefici” che ne derivano. Davanti a questo scenario si pone dunque la Chiesa,
con il suo imperativo interno a migliorare la propria presenza pastorale nei luoghi
del divertimento. Sul punto, si concentra l’intervento odierno a Cancún del sottosegretario
al dicastero vaticano dei Migranti, padre Gabriele Bentoglio.
Nel ricordare
i precedenti appuntamenti congressuali, padre Bentoglio osserva che “di fronte a una
visione riduttiva che, identifica la pastorale del turismo con l'aumento delle celebrazioni
liturgiche nei periodi di vacanza dagli impegni lavorativi”, il Congresso intende
concentrarsi a livello pastorale sulle tre aree individuate da Benedetto XVI nel Messaggio
letto all’inaugurazione, ovvero “il turismo in generale, il turismo religioso e il
turismo dei cristiani”. Un aspetto che padre Bentoglio approfondisce. “È importante
distinguere, almeno teoricamente – afferma – tra pellegrinaggio e turismo religioso.
Confondere i due termini è un rischio nel quale possiamo cadere facilmente” per il
confine “molto sottile” che separa i due ambiti”. Ciò che fa la differenza è la motivazione.
“Mentre alla radice del pellegrinaggio – sottolinea – vi è un’importante e fondamentale
motivazione religiosa, gli interessi del turismo religioso sono invece in primo luogo
storico-culturale, indirizzati alle varie manifestazioni del patrimonio storico-culturale
religioso”.
E proprio sulle “buone pratiche di turismo religioso” si svolgerà
oggi una tavola rotonda, durante la quale verranno affrontate le questioni della gestione
del patrimonio culturale, dell’importanza dell’accoglienza e dei luoghi di culto al
servizio dell'evangelizzazione, oltre ai modi di conciliare la visita turistica con
la sacralità del luogo religioso. Una seconda tavola rotonda tratterà invece della
collaborazione nell'ambito del turismo religioso e dibatterà sui rapporti con gli
enti civili, le agenzie turistiche, gli impresari alberghieri e il ruolo di chi promuove
e di chi accoglie i viaggi turistici.