Fisco: è legge il decreto semplificazione, con la nuova Imu. Il parere del tributarista
Giovanardi
Il Senato ha confermato oggi la fiducia al governo sul decreto in materia di semplificazione
fiscale. E’ legge dunque il provvedimento che riguarda essenzialmente l’Imu quindi
la tassa sulle abitazioni che, aggiunta a un sistema di micro-imposte e di rincari,
ha fatto lanciare l’allarme “corto circuito tra rigore e crescita” da Bankitalia e
dalla Corte dei Conti. Il viceministro all’economia Grilli minimizza e promette riduzioni
fiscali quando possibile. Gabriella Ceraso ne ha parlato con Andrea Giovanardi,
docente di Diritto Tributario all’Università di Trento:00:02:59:86
R.
– Mi sembra fuori discussione che in Italia ci sia una pressione fiscale eccessiva.
Che questo, poi sia il frutto dell’emergenza, può essere un ragionamento. Ad oggi,
però, la pressione fiscale impedisce all’economia di crescere. Siamo lontanissimi
da quello che può qualificarsi come un fisco a misura d’uomo.
D. – Dare un
tempo all’aumento delle tasse può effettivamente servire?
R. – Se l’idea è
che servono risorse e poi, in un tempo altrettanto certo, queste risorse dovranno
essere restituite ai cittadini, perché si va verso un alleggerimento fiscale, quest’idea
potrebbe essere accettata. E’ anche vero, ad esempio, che l’Imu anticipata dal governo
Monti è ‘sperimentale’ e in teoria, quindi, quella a regime potrebbe essere diversa.
Mi sembra però che la situazione attuale del nostro Paese non autorizzi grandi speranze
da questo punto di vista.
D. – E fare diversamente, si può? Per esempio anche
oggi politica e mondo sociale hanno chiesto di puntare alla lotta all’evasione fiscale
e soprattutto ai tagli alla spesa come soluzione a quest’eccessiva pressione fiscale...
R.
– Sono convinto che si possa fare diversamente, ma ad una condizione: agendo cioè
dal lato della spesa. Direi che la lotta all’evasione è sacrosanta, ma occorre che
inquadriamo correttamente il problema: bisogna chiedersi se l’evasione fiscale è la
conseguenza o se è invece la causa dei problemi del Paese. Se creiamo un contesto
in cui le aliquote sono elevatissime, i controlli feroci ed il sistema è estremamente
complesso, di certo non si può pensare che ci sia fiducia nel futuro del Paese. Se
dovessi quindi individuare una strada, cercherei di tagliare al massimo le spese per
poter ridurre le aliquote, semplificare il sistema e così via. Leggendo il decreto
approvato oggi, mi sembra però che non si stia andando in quella direzione, se vedo
che, ad esempio, viene introdotto un nuovo tributo definito ‘imposta di sbarco’ per
le isole ed ‘imposta sugli aero-taxi’… Così si continua ad incrementare la pressione
fiscale. Ritengo, quindi, che la possibilità di ottenere significative riduzioni della
spesa ci siano, però bisogna farle. E questo, evidentemente, può generare grandi opposizioni
perché si toccherebbero degli interessi.