Dramma al confine fra i due Sudan. L'Uhncr teme per gli sfollati
"Khartoum ci ha dichiarato guerra": sono parole del presidente del Sud Sudan, Salva
Kiir, durante un incontro a Pechino con il presidente cinese, Hu Jintao. Cresce la
preoccupazione internazionale per l’aggravarsi della crisi tra Sudan e Sud Sudan.
Dopo i nuovi combattimenti di ieri, fonti hanno riferito della morte finora di oltre
mille soldati sud sudanesi, uccisi in seguito ai bombardamenti dell’esercito di Karthoum
sulle zone di confine contese perché ricche di petrolio. La cifra dei caduti è stata
però smentita dal governo sudanese. Una reazione di condanna dei bombardamenti è giunta
dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, e dal presidente statunitense, Barack
Obama, che chiede la cessazione immediata delle ostilità. Degli aspetti umanitari
dell’emergenza sudanese, Fausta Speranza ha parlato con Vivian Tan,
coordinatrice degli interventi dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati (Unhcr)
in Africa orientale:
R. – I think
the most urgent aspect of the humanitarian situation … Credo che l’aspetto più
urgente della situazione umanitaria che preoccupa l’Unhcr è la sicurezza dei profughi
che si trovano nelle zone di confine. Monitoriamo un afflusso giornaliero di alcune
centinaia di profughi tra la regione del Sud Kordofan, che si trova in Sudan, e lo
Stato del Sud Sudan. Molti di questi profughi rimangono vicino al confine. Dato che
i combattimenti continuano, siamo molto preoccupati per la loro sicurezza: temiamo
che possano essere feriti nel fuoco incrociato. Siamo preoccupati anche per la sicurezza
del nostro staff che fornisce assistenza ai profughi sul posto.
D. – Quali
sono le difficoltà che incontrate, in particolare in questi giorni?
R. – The
main challenge is the security situation: … La sfida maggiore è la questione sicurezza:
ci sono stati combattimenti a intermittenza nelle zone tra il Sudan ed il Sud Sudan
e questo, come dicevo, mette in pericolo sia la sicurezza dei profughi, sia quella
del nostro staff e compromette la nostra possibilità di fornire aiuto ai profughi
che riguarda l’assistenza di base con cibo, acqua e cure mediche. In un’altra zona
del Sud Sudan, nella quale arrivano i profughi dallo Stato del Blue Nile, ci sono
problemi per quanto riguarda l’acqua: non abbiamo abbastanza acqua in proporzione
all’afflusso di persone. Stiamo lavorando con alcune organizzazioni partner per scavare
pozzi più profondi, nella speranza di trovare più acqua per assicurarla a questi profughi.
Le persone arrivate ultimamente dal Sud Kordofan ci hanno raccontato di essere fuggite
perché lì iniziava a scarseggiare il cibo: non hanno più abbastanza da mangiare. Alcuni
di loro invece fuggono dagli scontri violenti. Queste sono le due ragioni principali
per cui si avventurano. I rifugiati dal Sudan che abbiamo accolto sono sia cristiani
che musulmani. E’ difficile per questo generalizzare sulla loro origine religiosa.
Sono comunque sostanzialmente provenienti dalla zona del Sud Kordofan e del Blue Nile
del Sudan.